Tra stronzo, stronzi, stronzetti, invito a pestare mogli. D'Agostino da Cabello |
ROMA - Tra stronzo, stronzi, stronzetti, inviti a pestare le mogli e vaffanculo: è l'eroica, breve, partecipazione di un volgare Roberto D'Agostino in Quelli che il Calcio (domenica di Rai2), programma che tratta in modo non usuale lo sport principe del Paese. Oggi pomeriggio, il fondatore di Dagospia era tra gli invitati di Victoria Cabello e parlando di calcio, in modo particolare di tifosi e anche di reazioni estreme di allenatori (Delio Rossi) e calciatori, ne ha dette di tutti i colori. Lui riferirà - se richiamato da qualcuno - che stava scherzando, era solo ironia, era tutta una recita. Che si trovava in un programma leggero. Ma bisogna stare un po' più attenti sulle reti pubbliche, pagate dagli italiani, e pure se ci si trova in una trasmissione che tratta di calcio, bisogna non scendere agli stessi livelli di tifosi violenti e di coloro che alzano le mani sugli altri.
D'Agostino ha ricordato il periodo d'oro del processo di Aldo Biscardi.
"Molti anni fa partecipavano personaggi di grandissima cultura al programma di Biscardi - ha ricordato il tuttologo del gossip -. A volte mi ci ritrovavo io, Carmelo Bene e altri big del panorama culturale di quella Italia".
Ma in quelle assise televisive-sportive c'era anche la volgarità, nota, di Bene, aggiungiamo noi. Questa, però, appariva quasi alla madonna, assumeva un valore Altissimo nelle sue più profonde sfaccettature.
D'Agostino ha deliziato anche il padre di quei famosi Lunedì: gli intellettuali parlavano e Biscardi non capiva niente. Tutto gratuito, logicamente.
Eppoi, un altro bel passaggeto fuori dall'argomento di cui si trattava.
Sulla violenza tra allenatori e giocatori, quando si alzano le famose mani, "non sono cose belle da vedere non si fa, piuttosto pesta tua moglie a casa".
Ma, poi, lui ha continuato a sparlare. Noi ci fermiamo qui. Biscardi sarà felice, le donne e le mogli italiane salteranno dalla gioia. Cabello in alcuni momenti poteva essere più sveglia, meno distratta.
di Giuseppe Rapuano
|
|
|
|