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La Donna che "Amo" è Jane Austen. Firmato Donatella Di Paolo

jane austen ritratto ROMA - Cinquew.it ha chiesto alle donne italiane un contributo scritto su una figura femminile apprezzata per le sue gesta, il suo coraggio, la sua cultura. Anche non più tra noi. Di seguito l'intervento di Donatella Di Paolo.
Sguardo acuto e penetrante, labbra sottili e espressione seria, addolcita però dalla morbidezza delle linee del viso, braccia conserte in un atteggiamento di riposo, appoggiata allo schienale di quella che possiamo immaginare come una sedia a dondolo. Così ci appare Jane Austen, nell'unico ritratto che ci è pervenuto: un disegno semplice, realizzato "ad uso casalingo" dalla sorella Cassandra.
Jane nasce il 16 Dicembre 1775 in Inghilterra, a Steventon, un piccolo villaggio nello Hampshire, nella famiglia di un pastore anglicano, penultima di otto figli.
Questa donna dalle fattezze comuni, così simile a tante altre della sua epoca, sceglie però di condurre un'esistenza fuori del comune, per la sua epoca.
In un periodo in cui lo scopo principale nella vita di una ragazza era quello di trovare marito, Jane sceglie, con consapevolezza e, in fondo, serenità, di rinunciare per sempre al matrimonio, non avendo potuto sposare l'uomo di cui si era innamorata (il giovane Tom Lefroy, la cui famiglia aveva giudicato l'unione svantaggiosa), e di occuparsi amorevolmente dei suoi numerosi nipoti e, soprattutto, della sua passione: la scrittura.
Jane Austen iniziò a scrivere già in giovanissima età e ci ha lasciato un patrimonio di romanzi che furono per la maggior parte pubblicati in vita, benché il vero nome dell'autrice non sia stato reso noto se non dopo la sua morte, avvenuta, prematuramente, all'età di 42 anni, portata via da una malattia a quel tempo incurabile.
Allegra, spiritosa, arguta e dotata di una formidabile ironia, come ci testimoniano alcune delle lettere di cui disponiamo ("Abbiamo incontrato un signore in calesse, che a un minuzioso esame è risultato essere il dr. Hall – e un dr. Hall in lutto così stretto che sua madre, sua moglie o lui stesso devono essere morti." L19 – 17991; "Aspettati una lettera molto piacevole; perché non essendo sovraccarica di argomenti – non ho assolutamente nulla da dire – potrò dare libero sfogo al mio Genio dall'inizio alla fine." L32 - 1801), Jane trasferisce queste sue doti alle eroine dei suoi racconti, regalandoci dei personaggi femminili indimenticabili, primo fra tutti quello di Elizabeth Bennet, protagonista di Orgoglio e Pregiudizio. L'ironia e lo spirito acuto di Elizabeth rendono gustosissime le schermaglie verbali tra il suo personaggio e quello di Darcy, l'uomo che finirà per sposare, per amore, e solo per amore, perché il fatto che lui sia lo scapolo più ricco e più ambito della contea non è che un elemento in più, a coronamento del perfetto lieto fine.
Nei romanzi della Austen l'amore trionfa sempre, e, se alcuni suoi personaggi possono anche sposarsi per convenienza (come la ventisettenne Charlotte di Orgoglio e Pregiudizio, che accetta l'imbarazzante Reverendo Collins, pur di avere la sicurezza di un uomo che provveda a lei e soprattutto la gioia di una casa propria, da curare e governare) le eroine dei suoi libri sono baciate dalla fortuna di trovare degli uomini che le amano di un amore ardente e incondizionato.
Che alla base della vita matrimoniale ci dovesse essere l'amore, pena una profonda infelicità, era una convinzione profonda della Austen, come si comprende da diverse sue frasi, contenute in alcune delle lettere scritte alla sorella Cassandra e alla nipote Fanny (una parte della fitta corrispondenza con l'amata sorella è andata purtroppo perduta: distrutta, forse per pudore, dalla stessa Cassandra): "Ritengo che chiunque abbia diritto almeno una volta nella vita a sposarsi per amore, se può." L63 – 1808
"Qualsiasi cosa è preferibile o più tollerabile dello sposarsi senza affetto." L109 – 1814
"Nulla può essere paragonato alla disgrazia di un legame senza amore: di legarsi a qualcuno, e preferire un altro."L114 – 1814
Una convinzione, questa, che va di pari passo con la scelta di non sposarsi, rifiutando più di un pretendente, e che la connota come una donna dall'animo libero, decisa a perseguire la sua passione per la scrittura provando a trarne anche un guadagno (con la sua meravigliosa autoironia scrisse a Caroline Austen: "Ho appena ricevuto quasi 20 sterline per la seconda edizione di Sense and Sensibility, il che mi ispira questo fine impeto di ardore letterario" L154 – 1817).
Una donna, Jane Austen, che pur vivendo immersa nel suo tempo e adattandocisi perfettamente, tra balli e crinoline, tè e chiacchiere, cappellini e scialli e gite in calesse, seppe restare fedele alla propria indole, alle proprie passioni e alle proprie idee, senza mai tradire se stessa.
Oggi, i romanzi di Jane Austen sono ancora attuali, pur nella semplicità delle trame, che non devono ingannare il lettore che per la prima volta si accosti alle sue opere. Sono le sfaccettature dell'animo umano, che si ritrovano perfettamente tratteggiate dalla sua penna, ad essere sempreverdi, a non annoiare mai, a stupirci ogni volta.
Oggi, nel duecentotrentaseiesimo anniversario della sua nascita (il 16 Dicembre) ci sono decine di fan club a lei dedicati, che la festeggiano, la celebrano, la ringraziano; centinaia di persone che adorano i suoi romanzi e la amano, come la amiamo noi, che abbiamo amato e divorato tutti i suoi libri.
Data:  16/12/2011   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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