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La Donna che "Amo" è nonna Mariangela. Firmato Claudia Rossi

rossi-claudia ROMA - Cinquew ha chiesto alle donne italiane un contributo scritto su una figura femminile apprezzata per le sue gesta, il suo coraggio, la sua cultura. Anche non più tra noi. Di seguito l'intervento di Claudia Rossi.
Ci ho pensato a lungo…. Mia nonna Mariangela. Ci ho pensato a lungo. Una donna che stimo molto, non l’ho trovata. La prima che mi salta alla mente ogni volta che penso a una donna con la “D” maiuscola è la nonna materna. Il suo nome è Mariangela Carrera Paparella. Nata e vissuta a Bari fino all’età dei suoi ventisei anni, data in cui si è sposata con mio nonno Pietro.
È alla mia nonna che dedico tutti i miei romanzi. Prima di morire mi chiese di scrivere un libro sulla sua vita, ma mi riteneva troppo giovane per raccontarmi il suo vissuto, certe cose non avrei potuto saperle. Mi chiese così di scriverne uno, magari proprio sulla mia di vita. Così feci.
Era sempre stato il mio sogno poter pubblicare un libro.
Dopo tanta fatica il mio libro finalmente esce e per me inizia una nuova vita, con più grinta, con più tenacia, più entusiasmo. Tutte doti ereditate dalla nonna.
Ci tengo a parlare di lei perché lei era una donna come non ce ne sono più, purtroppo. Quando mi svegliavo al mattino lei mi si avvicinava con lentezza e mi accarezzava il viso con la sua mano sempre calda, strizzandomi i suoi occhi color ghiaccio ma dai quali si sprigionava il vero amore.
In tutto ciò che faceva ci metteva amore. Il suo amore per le cose e le persone era preso sempre con serietà, con lealtà con sacrificio. Con fedeltà. La sua parola era debito, e mai sgarrava. Le veniva spontaneo, come i suoi modi buffi e simpatici.
La nonna aveva avuto una vita difficile, a cominciare dalla povertà dalla quale proveniva e dal fallimento del suo matrimonio, fatto di vero amore da parte sua. Ma una donna famosa nel campo del teatro riuscì a rapire il cuore di suo marito Pietro, e dopo pochi anni fu una malattia come la leucemia fulminante a portarselo via violentemente, da tutte e due le donne. Entrambe ne hanno sofferto molto.
Ma mia nonna ha continuato ad amare e a rimanere fedele a mio nonno fino all ultimo giorno della sua vita. Ha cresciuto i suoi due figli da sola e senza un soldo.
Lei era bellissima. Alta, bionda e con gli occhi chiari. Un fisico slanciato e femminile. La testa l’ha fatta girare a molti. Sembrava che le stregasse le persone, lei era nata per illuminare di luce propria e non di luce riflessa. Era uno splendido fiore cresciuto nell’asfalto.
Nessuno si fermava al suo aspetto, perché la sua voce era calda, morbida. La sua espressione era dolce e il viso sempre sorridente. Un suo sorriso bastava a far innamorare chiunque.
Questa era la sua forza. Lei non era finta, era quello che era. Non conosceva l’egoismo né l’arroganza, né l’opportunismo. Eppure aveva sempre dovuto fare i conti con una vita dura, cinica, difficile. Anche se bella e femminile lei ha sempre lavorato onestamente. Era sarta da uomo. Con quello ci si manteneva e manteneva il collegio dove era stata costretta a chiudere i suoi figli. Li ha sempre avuti lontani e le lacrime che ha versato, la rabbia la frustrazione, la sfogava parlando ai muri, perché sebbene mia nonna non avesse avuto chissà che istruzione, la vita le aveva insegnato che solo i muri non parlano.
La dignità che sapeva mantenere la nonna non l’ho mai ritrovata tra le donne che ci sono in giro oggi. Una donna bella, dolce e dignitosa. Femminile e seria, ripeto: fedele, ma soprattutto a se stessa. Io la ammiro e apprezzo le donne come lei. Che sanno rimanere nel proprio ruolo nonostante i tempi che cambiano, che sa essere donna, che sa cucinare, sa fare tutte le faccende domestiche ma non permette a nessuno di sottometterla. Una donna che pensa al bene altrui, che sa sempre come fare per metterti a tuo agio. Che se ti capita malauguratamente di star male, lei sa sempre come rimediare. Ti lascia tranquilla, serena e sicura come in una botte di ferro. Ma dove la ritroviamo una donna così?
Le donne di oggi guardano la televisione. Anche la nonna la guardava, ma non guardava “Uomini e donne”, “Grande fratello”, “La pupa e il secchione”. E poi “Beautiful”. Le donne di oggi vogliono a tutti i costi essere al centro dell’attenzione, essere notate, diventare qualcuno. Sentirsi qualcuno. Assomigliare a loro. Io invece quanto vorrei assomigliare alla mia nonna.
In disco per essere guardate non sanno più cosa fare. Non le bastano i tacchi alti le cosce scoperte o il trucco pronunciato. Non servono gli abiti firmati o gli amici giusti al tavolo, per farsi notare si danno quell’aria di chi in cambio di niente ci sta.
Sognano una vita da star, da protagonista. Perché se sono carine sanno che forse potrebbero farcela. E chi non ha avuto la “fortuna” di nascere in una famiglia benestante spera che trovando il Briatore di turno possa vivere una “favola” invidiabile.
Per piacere agli uomini devono sentirsi sicure di sé, forti, e per sentirsi forti e sicure si nascondono in squallidissimi bagni a farsi la righina di coca che infine diventa kilometri di riga. Con quella si che si sentono fighe, onnipotenti: i maschi sono tutti ai loro piedi.
Hanno fatto tanto per raggiungere la parità poi però alla fine continuano a essere schiave per piacere a loro: gli uomini.
Non conta più la bellezza, la femminilità, la dolcezza, la sensualità. Ma quale sensualità e femminilità. Camioniste, vestite senza più gusto né limite del buon gusto. Minigonne inguinali o capello corto a spazzola, piercing sulla lingua, al sopracciglio e canottiera da operaio, pronte a slinguarsi con l’amica pensando di dare uno spettacolo di gran successo.
Anche se a un uomo dovesse mai venir l’idea di voler provare a conoscere una donna, questo viene subito bloccato. Perché la donna di oggi dev’esser lei a dominare, comandare, e cuccare l’uomo che alla fine della serata magari vorrebbe farsi.
Sempre se non è troppo piena di alcol e droga.
Se è fuori si crede più affascinante, più misteriosa, importante, strana. Chiamatele come volete, oggi le strane sono le normali, quelle che come me, rimangono se stesse e non intendono assomigliare a nessuna. Le basta piacere per quelle che sono, e sperano di essere corteggiate e di non doversi sentire costrette a essere loro a fare il primo passo per conoscere un uomo.
Loro fumano le sigarette in luoghi pubblici dove sopra alla loro testa o davanti ai loro occhi ci sono tanto di cartelli metallici con l’insegna: ”Vietato fumare”, e se qualcuno le riprende loro le rispondono di “farsi i cazzi loro”. Garbate ed educate le camioniste del futuro utilizzano la maleducazione per ricevere più rispetto.
Essere belle per loro significa essere guardate, notate. Non importa poi, se le si nota per quanto pietà facciano. E per farsi notare si atteggiano a” troietta” o nel peggiore dei casi imitano le due di “Grande fratello dell’edizione 10: lesbicando senza desiderio ne eccitamento. Solo per far spettacolo, notizia.
Guai non avere le guance alla Ferilli, o le tette di Belen, guai non avere le labbra di Elisabetta Canalis, guai non esser passate sotto la mano esperta del chirurgo. Non aver il fondoschiena alla Jennipher Lopez. Guai.
Piuttosto tutte a casa a chattare su face book o a vedere la tivù. A sognare di essere le più belle, di essere ricche come Paris Hilton e felici come la Gregoraci.
Ma per piacere ai maschi non serve tutto ciò. Se solo lo sapessero.
Intanto essere piacevoli è una qualità innata. Ci si nasce affascinanti. Non è con la bellezza che si conquista gli uomini, nemmeno con quel fare da camionista si giunge alla felicità. La felicità la si deve cercare solo dentro di sé.
La donna quando è dolce, apparentemente spensierata e leggera, sorridente ma anche intraprendente, piace agli uomini.
Per essere sicure non serve la riga ma la spontaneità. Ecco cosa fa impazzire gli uomini. Educate, serene, sognatrici come una fanciulla alle prime armi e ironica come una donna che la sa lunga ma anche seria come chi sa cosa vuole.
E il suo mistero deve pervenire dal suo essere vera e unica, come la mia nonna Mariangela. Dove sono finite queste donne?
Data:  5/5/2011   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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