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La Donna che "Amo" è la Dama di Picche. Firmato Paola Cimmino

cimmino-paola ROMA - Cinquew ha chiesto alle donne italiane un contributo scritto su una figura femminile apprezzata per le sue gesta, il suo coraggio, la sua cultura. Anche non più tra noi. Di seguito l'intervento di Paola Cimmino (Gamy Moore).
Elogio della trasgressione. Discendente dell’illustre scrittore e traduttore Federigo Verdinois (1844-1927) di cui riprende lo pseudonimo (Picche), la Dama di Picche (DdP) è la moderna eroina di una webfiction. Ma prima ancora una creatura unica, che stima l’amore e l’amicizia come sacri, e i cui compagni di sempre sono il talento e la Bellezza (Goodness).
Bella da far paura (occhi di un blu Lempicka), psicologa per formazione, esperta in Sessuologia, mademoiselle Didy (come è ormai nota alle cronache letterarie) impazza in una saga che ha per protagonista la sua stessa vita, la sua “impossibile” frequentazione con 5 uomini, tre etero, due gay.
Fiumi d’inchiostro, per scoprire che le categorie non sono che paraocchi, restringimento delle carreggiate in cui spesso sono soffocate le esistenze.
Abolito il “questo non si deve fare” vale per lei il contrario, “ciò che davvero vuoi è possibile”.
Dimostrazione vivente che un sano equilibrio psichico lo si conquista in un percorso autonomo, costellato di sfide e di vittorie, ma anche di amarezze e di sconfitte.
Che il prezzo da pagare è l’emarginazione solo di chi si arrende davanti a chi è incapace di ascoltare una voce dissonante; che invece ci può essere libertà e felicità, se solo le si persegue fino in fondo.
Lei affila le sue unghie sulla carta accarezzando i concetti in rima, e sempre, in prosa o in versi risulta voce solista, fuori dai cori, talvolta languida e leggera, più spesso urticante e sovversiva, fustigatrice di ogni umana ipocrisia.
I suoi pensieri lasciano il segno nell’inchiostro e nella carne di chi la stima.
A me è toccato il privilegio di raccontare le sue liaisons, i suoi amori e le sue sfide, e spesso di convergere e dissolvermi in quei meandri oscuri, destino tipico di chi si imbatte in lei.
Recentemente ha stilato un’ode a Vasco (Rossi) poiché purtroppo la Cultura non ottiene l’appoggio che dovrebbe dal Governo, e si è costretti ad appellarsi alle star per far fiorire i suoi frutti sulla Terra.
Il fatto è che siamo messi male, se valgono i Valori all’incontrario.
E allora invece che piangere, come recita il film con Troisi, lei anela a ritrovare il sorriso, anche quello feroce (si veda Ridateci Benito! dedicato a Jacovitti) o sferzante (Ultrà d’Ulthar), a prendere bonariamente in giro chiunque capiti a tiro (Che iattura 6 maschi in redazione!), in primo luogo se stessa. O quelli che partecipano alla sua stessa banda…
La banda degli onesti
Ti scrivo solo ora, caro Picche
ché il mondo è diventato uno sprofondo
so anch’io cos’è ingoiare amar pasticche
ma tu sarai beato all’altro mondo.
Lontani sono i giorni del Fanfulla
di Napoli o di Roma capitali
la gente vera mo’ non si trastulla
si barcamena o sguazza in mille mali.
Son tante le cose che hai insegnato
oltre al parlar forbito, in versi e in prosa
forse in quell’arte non ti ho superato
la materia come sai è un po’ riottosa.
Tento sempre di capire e di tradurre
il mio piccolo e l’altrui pensiero
non so dove la cosa può condurre
magari non lontan dal mio maniero.
Altri riescono in validi mestieri
ad ottenere lodi e emolumenti
a noi è più facile che volentieri
ci rimangano solo i sentimenti.
Diran di me e di te, lontano un giorno
quanto cretini o quanto onesti fummo
va ben così, perché se disadorno
almeno in seno non mi porto un chiummo.
Tanto bella e tanto onesta parve
diran magari a me che son donzella
saremo allor non una ma due larve
distinte da una misera bretella.
Per me sei stato un grande per davvero
non solo per gli scritti e traduzioni
vorrei che lo sapesse il mondo intero
l’immenso, e più, valor delle tue azioni.
Nobile e ricco assai di sentimenti
Arte e Bellezza divinità supreme
insieme a lor non si è giammai pezzenti
perfino in condizioni estreme.
Perciò riposa in pace, Verdinois
lo spirito mio non contravviene
proseguo con la stessa dignità
il sangue tuo è ancor nelle mie vene.
Forse siam pochi, ma non siamo i soli
il seme tuo nei secoli è sbocciato
la banda degli onesti in alto voli
il nostro viver non sarà sprecato.
(DdP)
Per la webfiction Private life (si fa per dire…) di Ramon e DdP - tit. provv. - si vedano le rubriche Posta e Scoop by SCOP.
Tutti i testi citati sono reperibili sulla rivista culturale online LetterMagazine (www.lettermagazine.it)
Data:  5/5/2011   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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