ROMA - Cinquew ha chiesto alle donne italiane un contributo scritto su una figura femminile apprezzata per le sue gesta, il suo coraggio, la sua cultura. Anche non più tra noi. Di seguito l'intervento di Annagrazia Calabria.
La donna che “amo”: Maria Pia Fanfani. In questo anno che si caratterizza per noi Italiani anche con il 150° anniversario della nostra unità nazionale, credo sia positivo per tutti evidenziare l’importanza delle figure femminili che non solo hanno contribuito alle battaglie per l’unità d’Italia, ma da sempre in cento modi diversi e soprattutto nel ruolo di madri e di insegnanti, hanno formato e formano i ragazzi di ogni generazione. Procedendo a balzi nel XX secolo ad esempio, penso a significative personalità quali Francesca Cabrini, Matilde Serao, Maria Montessori, Grazia Deledda, prima donna italiana insignita del Nobel per la letteratura e poi anche alla fantasiosa Luisa Spagnoli fondatrice dell’industria dolciaria “Perugina” e ideatrice dei notissimi “baci”.
Più vicine ai nostri anni penso a Tullia Zevi, giornalista e unica donna Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane; a Tina Anselmi, la parlamentare che a 30 anni era già componente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana e fu nel 1976 la prima donna ministro; a Marisa Bellisario, una delle figure leader più rappresentative della storia dell’imprenditoria italiana, tra l’altro prima donna presidente della ITALTEL, che introdusse per prima nelle aziende il criterio del merito, accantonando i vincoli delle gerarchie burocratiche; alle sorelle Angela e Luciana Giussani, creatrici nel 1960 di Diabolik il fumetto che ancora con successo sopravvive alle sue ideatrici; Al nobel Rita Levi Montalcini; alla scienziata Margherita Hack e si potrebbe continuare con decine di altre lodevoli menzioni.
Oggi purtroppo, a mio avviso, si è intorpidita l’attenzione da parte della popolazione nei confronti di personalità nell’ambito delle scienze, delle lettere, delle arti o anche nei confronti di coloro che, in ogni ambito, spendono il loro tempo con tenace impegno lavorativo teso a far migliorare la qualità della vita della comunità.
Viviamo in una Società in cui il continuo riecheggiare di comportamenti sociali atti a mettere in risalto beni effimeri, quali la bella presenza o il potere economico, induce spesso le giovani generazioni a manifestare attenzione e attrazione soprattutto verso personaggi ben rimunerati nell’ambito di alcuni sport, del mondo del cinema o della televisione per il successo e la popolarità da loro raggiunti, ma soprattutto per l’agiatezza economica che ne deriva.
I mass media hanno un ruolo e un compito importante a cui attenersi con onestà intellettuale che superi ogni ideologia: rendere noto ed evidenziare le numerose persone che in ogni ambito sociale riescono ad emergere per il loro lavoro, per la tenacia nel perseguire un progetto utile non solo a sé stessi, ma al prossimo. Focalizzando l’attenzione sull’attuale eterogeneo e dinamico universo femminile, credo che si possano rilevare molteplici figure meritevoli di un profondo interessamento personale, ma preferisco evidenziare quella di Maria Pia Fanfani: punto di riferimento sicuro per chi nella nostra società intende “volare alto” basandosi su quei valori universali di cui il Cristianesimo è radice.
I riconoscimenti ufficiali meritati, sia in campo nazionale sia internazionale, occupano una lunga lista, ma piuttosto che elencarli da parte mia penso che sia utile rimandare per questo al suo sito e qui sottolineare che essi testimoniano a tutto tondo lo spessore di una personalità profondamente religiosa, etica, dinamica e assolutamente positiva fin da quando ragazza partecipa alla resistenza contro i nazisti e aiuta alcuni ebrei a rifugiarsi in Svizzera.
Una donna straordinaria che ha fatto tre volte il giro del mondo incontrando oltre cento tra capi di Stato, politici, imprenditori, artisti e scienziati con i quali si è rapportata in ottemperanza al suo agire sempre a vantaggio dei deboli, con l’unico scopo di essere costruttrice di pace.
Nella sua eccezionale vita, la "Lady Non Stop" - come la definì Enrique De La Mata, Presidente della Croce Rossa Internazionale, riprendendo il titolo di uno dei libri da lei scritti - accolse con generosità il suggerimento di Madre Teresa di Calcutta e prese la decisione di vendere tutti i propri gioielli per donarne il ricavato, scegliendo quindi di dedicarsi totalmente all'impegno umanitario.
Riporto volentieri quanto lei stessa racconta di sé: “Sono 65 anni che percorro la strada che conduce in ogni angolo del mondo per incontrare i poveri, gli ammalati, le vittime della guerra. Ho spento 85 candeline, ma non ho nessuna intenzione di fermarmi per guardare indietro. Continuerò a camminare con quanta forza avrò incontro a chi ha bisogno di me per sconfiggere l’indifferenza, l’arroganza, l’ingiustizia e per seminare la pace. Rinuncerò ad essere viandante soltanto quando Dio lo vorrà”.
Maria Pia Fanfani è la testimonianza vivente, dunque, di chi persegue con passione un progetto amorevole e costruttivo in cui si realizza il primato della persona.
Lei è per me spunto d'ispirazione per il mio impegno politico e sono onorata non solo di averla potuta conoscere personalmente, ma anche di poter godere del privilegio della sua preziosa amicizia.
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