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Montanaro su Cinquew.it: Rai malata e inquinamento giornalisti-politica

montanaro-trenta-righe1 CASERTA - Si chiama “Trenta Righe” ed è la nuova associazione di giornalisti targata Caserta. Il battesimo nella città della reggia vanvitelliana con quattro big del piccolo schermo: Francesca De Carolis, già vicecaporedattrice del Tg1, Silvestro Montanaro, autore di centinaia di reportage e ideatore del programma ‘C’era una volta’, in onda fino a pochi mesi fa su Rai3, Tiziana Panella, anchorwoman de LA7, Alfredo Cardone della redazione del Tg2 Motori. Sotto i riflettori il ruolo del giornalista oggi e i possibili scenari futuri di una professione sempre più in bilico tra editori senza scrupoli e precariato cronico. Forte il je accuse di Montanaro e di De Carolis.
«Chi non frequenta i marciapiedi – ha detto l’ideatore di C’era una volta – e passeggia solo nei corridoi delle stanze del potere non è un giornalista. Chi fa il giornalista non può fare politica. Da ragazzo avevo la tessera del Partito comunista italiano. Quando ho iniziato a scrivere, la prima cosa che ho fatto è stata quella di rimettere la tessera. Ha fatto male Sandro Ruotolo, mio amico, a scendere in politica; ha fatto male Rosaria Capacchione. Le due professioni non possono stare insieme, non si devono neanche incontrare».
Duro il messaggio del giornalista casertano, da anni impegnato nella narrazione della vita degli ultimi nei Paesi dell’Africa in guerra.
«La Rai è un’azienda profondamente ammalata – ha continuato – e in crisi, immiserita dalla politica; è un’azienda in cui si diventa direttori raramente per merito ma più frequentemente per tipo di tessera politica. Siamo in un Paese dove i padroni che decidono appartengono a una casta che si difende e si protegge».
È di qualche giorno fa l’eliminazione dal palinsesto Rai della trasmissione di Montanaro.
“C’era una volta”, per oltre un decennio, ha raccontato con documentari e reportage, lo stato dei diritti umani nel mondo, ha denunciato le tante crisi e i tanti conflitti ignorati. Molte delle sue inchieste sono state tradotte in più lingue e ospitate dai mass media di tanti Paesi; con le sue denunce, Montanaro, ha fatto luce su efferati traffici e crimini internazionali e le sue parole hanno ispirato importanti campagne nazionali e internazionali contro il traffico di esseri umani, la pedofilia, il turismo sessuale, i diritti delle donne e dei minori. Troppo vero, e scomodo, il programma “C’era una volta”: andava in onda in orari per nottambuli, a tarda ora; per la Rai aveva costi bassissimi, come ha denunciato lo stesso autore.
«Con i soldi con cui avrei potuto fare venti documentari, viene pagata una puntata di Porta a porta - rincara il giornalista -».
Il popolo del Web si è mobilitato per sostenerlo raccogliendo migliaia di firme per non fare chiudere la trasmissione. La Rai, sorda, ha detto no. Di sfruttamento feroce della televisione pubblica ha parlato anche Francesca De Carolis: «Sono andata via dalla Rai un mese e mezzo fa. Questa azienda è piena di precari, lo sono stata a lungo anche io. Dopo vent’anni ho lasciato. Il grosso dei notiziari lo scrivono i precari che si barcamenano tra mini stipendi per portare avanti la famiglia. Ho fatto la mia parte ma non è stato abbastanza perché quando ho taciuto ho contribuito a fare schiavi».
All’associazione “Trenta Righe” che si propone di dare voce a chi per mestiere dà la voce agli altri e troppo spesso non l’ha per sé, senza tutela, nemmeno dai vertici delle associazioni di categoria, hanno dato il loro contributo di esperienza anche Panella e Cardone. All’incontro pure i rappresentanti istituzionali nazionali e regionali dell’Ordine dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa italiana che però non hanno dato risposte alle tante denunce emerse dal dibattito. Tra polemiche e storie di normale illegalità il recital dell’attrice Fabrizia Fusco. Un breve monologo tratto da “La corale dei nomi propri” di Michele Pagano ispirato alla giornalista russa Anna Politkovskaja, uccisa nel 2006. Gran finale sulle note del sax del musicista Gianni D’Argenzio.

di Dafne Rapuano
Data:  9/11/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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