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La scrittrice Alessia Rocco a Cinquew.it, tutte le sue storie dalla A alla Z

rocco-alessia-rm ROMA - Alessia Rocco afferma da sempre: "La passione della mia vita è la scrittura". Dall'uscita del suo primo libro intitolato "Ora o mai più, storie dalla A alla Z" (Bertoni editore) prendo spunto per parlare delle parole, delle parole su carta. La vita tra romanzo e poesia. Di scrittrici e scrittori. Dentro l'animo umano.
Dottoressa, com'è la vita senza tutte le sue sfumature?
Stagnante. Sappiamo che a ciascuno di noi è riservata una certa dose di gioie, dolori, emozioni alle quali non possiamo sottrarci. Dobbiamo seguire il corso degli eventi, irto di difficoltà, pericoli, ma di contro anche pieno di soddisfazioni, piccoli piaceri: tutto il calderone rappresenta il motivo per il quale ogni cosa ha un senso, e l'esistenza diventa interessante e mai uguale a se stessa.
Quanta immaginazione occorre per scrivere dei racconti?
Una buona dose direi, perché anche attingendo dal quotidiano, mi servo della fantasia per plasmarlo, adattarlo alle mie esigenze letterarie e coinvolgere il più possibile il lettore.
Lei nei libri inserisce la verità o dai libri la cerca?
Entrambe le cose ma non necessariamente. Nel senso che un libro può raccontarmi la verità storica di un accadimento, una biografia, oppure può condurmi nella dimensione del sogno, dell'irreale; così come in un mio testo posso avere voglia di descrivere un fatto vero e o in ogni caso verosimile, oppure portare il lettore in una dimensione onirica, e lasciarlo vagare in quel limbo in cui niente è reale sebbene l'incantesimo della parola sia in grado di farlo sembrare tale!
Rocco, si sente vicina a Raffaele La Capria, Domenico Rea, Dacia Maraini, Susanna Tamaro o questi grandi sono lontani dalla sua concezione di scrittura? Qualcosa in comune con chi ce l'ha?
Tutti grandi scrittori, diversi nello stile. Per quanto mi riguarda credo di trarre ispirazioni da tutti e da nessuno in particolare, poiché sono fermamente convinta che il bagaglio di letture che una persona, e quindi a maggior ragione chi scrive, si porta appresso la influenzi enormemente. Calvino, spiegando perché scrivesse diceva di farlo "per comunicare, perché la scrittura era il modo in cui riusciva a "far passare delle cose attraverso di me, delle cose che magari vengono a me dalla cultura che mi circonda, dalla vita, dall'esperienza dalla letteratura che mi ha preceduto, a cui do quel tanto di personale che hanno tutte le esperienze che passano attraverso una persona umana e poi tornano in circolazione".
Voglio conservare queste parole, perché le condivido appieno. Ogni esperienza di vita ci lascia dentro una traccia indelebile, e così fanno anche i libri, diventano parte di noi e noi parte di loro.
Da un libro può fuoriuscire felicità e avvolgere completamente il lettore. Continui...
Lo può indurre alla riflessione più dolorosa, alla gioia più estrema, alla risata fragorosa. Il libro è davvero una finestra sul mondo, una maniera meravigliosa di resistere all'ovvio, di cercare risposte, di scavare dentro di noi, di allargare il nostro orizzonte.
La più bella opera editoriale da lei letta è stata scritta da una donna o da un uomo? In che cosa l'ha trovata fantastica?
Come si fa a rispondere a questa domanda? Ho cominciato a leggere quando ero molto piccola, i miei genitori avevano e hanno una biblioteca assai cospicua e variegata. A Natale regalavano a me e a mio fratello giocattoli e libri, che dovevamo leggere e commentare insieme. Essendo abituati alla lettura, abbiamo poi continuato da soli e di libri ne abbiamo incontrati davvero tanti. Così, senza pensarci troppo, mi viene in mente Émile Zola e il suo Teresa Raquin, che lessi a dodici anni e che fu per me una folgorazione: che romanzo affascinante, ansiogeno, un noir magistrale. Ma poi è arrivato Dostoevskij con Delitto e castigo e ì fratelli Karamazov; ho conosciuto Gogol, Maupassant, Mann, Joyce, Emily Brontë, Virginia Woolf, Elsa Morante... l'elenco sarebbe troppo lungo. Quando ho scoperto, da grande, Isabel Allende e il realismo magico degli scrittori dell'America latina è stato amore a prima vista. Di Allende ho divorato ogni cosa. Ho trovato meravigliosa "La casa degli spiriti", ma ancor di più "Il piano infinito" Lo stile femminile è di solito distinguibile da quello maschile, ma non posso affermare di amare una scrittrice più di un suo collega uomo. Mi ritengo onnivora o ho delle affezioni particolari per alcuni testi, ma non so davvero dire quale io preferisca.
Dottoressa, quale libro è venuto meglio in tv o sul grande schermo? Da quale progetto di scrittura ne è scaturito un film memorabile, a suo avviso?
C'è un'opera letteraria la cui trasposizione cinematografica è secondo me un capolavoro al pari del libro: La morte a Venezia di Thomas Mann, portato al cinema dal maestro Luchino Visconti. Visconti ne trae un film esteticamente perfetto, rispondente in ogni fotogramma all'atmosfera decadente e bohèmien in cui si snoda la vicenda raccontata dallo scrittore tedesco. Del resto è noto che Luchino Visconti fosse un esteta, maestro nella cura minuziosa del particolare.
Questa Italia, questo momento così difficile, a tratti drammatico, è da libro, televisione o cinema?
L'Italia di oggi, tanto impantanata dal punto di vista politico e sociale viene, mi pare, venga, giustamente, raccontata da un certo tipo di produzione letteraria. Per quanto mi riguarda, pur amando il teatro credo che questo tempo possa essere facilmente oggetto di trasposizioni cinematografiche più che teatrali, perché il cinema ha la facoltà di raccontare usufruendo di espedienti utili ad un certo tipo di narrazione come ad esempio il flashback, che per ovvie ragioni, non è cosa facile in una piece teatrale.
Chiudiamo comunicando ai lettori di Cinquew.it dove è possibile trovare il suo ultimo lavoro, il nome dell'editore e quanto costa...
La ringrazio Direttore, perché mi offre la possibilità di parlare del mio libro che si intitola "Ora o mai più, storie dalla A alla Z" che uscirà a breve edito da Bertoni editore. Si tratta di ventuno racconti, che narrano di vita, morte, sofferenza, rinascita. Ventuno fotogrammi di vita, catturata nell'attimo stesso in cui essa si dipana. Mi auguro di poterle parlare più approfonditamente del libro non appena sarà pubblicato.

di Giuseppe Rapuano
Data:  28/10/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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