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Le contingenze costringono la donna a un ruolo che lei non vuole. Paese che nega

rocco alessia1 ROMA - Su RaiNews24, il 28 ottobre 2013, hanno dedicato alcuni minuti alla condizione in cui vivono le donne in Italia. Alessia Rocco commenta alcune informazioni rese note durante la trasmissione.
Con le bambine le madri fanno giochi su cose di casa. Anche i padri.
Le femmine sono sempre state abituate ad una certa ritualità gestuale fin da piccole. Esistono in commercio giocattoli pensati per le bambine, che riproducono perfettamente elettrodomestici di cui ogni casa è dotata e che, nell'immaginario collettivo (e nella realtà, diciamocelo) sono utilizzati dalle donne della famiglia. Culturalmente siamo indirizzati alla perpetuazione di certi comportamenti e schemi mentali duri a morire. Anche la pubblicità ci mostra donne intente a spolverare, a disquisire sulla magnificenza di un detersivo piuttosto che di una merendina, oppure a stuzzicare gli appetiti sessuali del pubblico maschile, come se la donna, fosse comunque e nonostante le conquiste, le battaglie femministe, la liberazione dei costumi sessuali, relegata ad un ruolo, ben preciso che si conforma alla domanda di un tipo di pubblico, tradizionalista e forse un poco retrogrado. Questo argomento scatena e ingenera numerose polemiche, anche e soprattutto tra le donne stesse, e in particolare tra quelle che si sentono felici e realizzate tra le mura di casa, intente nell'accudimento della prole e del consorte. Trovo tali polemiche pretestuose perché mi pare lapalissiano che se vi è soddisfazione in un certo tipo di vita non sussistono problemi di natura sociologica. La questione nasce laddove esiste la costrizione sociale, l'obbligo ad essere ciò che non si vuole essere, perché le contingenze sociali, politiche costringono la donna ad un ruolo che lei non vuole, non ha chiesto. Fisicamente le donne si somigliano tutte ma non nelle esigenze, nelle pretese, nei sogni. Tutte spolveriamo, laviamo i pavimenti, i vestiti dei nostri figli, e stiriamo le camicie dei nostri compagni, non si vuol certo fare finta che non sia così. Ma oggi in moltissime famiglie avviene anche il contrario, gli uomini gestiscono casa, lavoro e figli in totale sintonia con le loro compagne... perché non educare le nuove generazioni proseguendo su questa strada? Educazione che deve necessariamente cominciare in famiglia, scaturire dall'esempio dei padri e delle madri, dal loro atteggiamento nei confronti dei figli, ai quali dovrebbero essere impartite le stesse regole, insegnati gli stessi comportamenti, infusi gli identici valori, indipendentemente dal sesso.
Delle donne in casa, il 40% è in possesso della laurea.
Quelle donne spesso non ritrovano il proprio posto di lavoro dopo il periodo di maternità che la legge garantisce loro. Non esistono asili nido nei luoghi di lavoro che consentano alle famiglie, e in modo particolare alle donne, di riprendere il lavoro con tranquillità senza dovere sperperare considerevoli somme di denaro in asili nido privati o baby sitter. Insomma, questo è un Paese per vecchi, perché si nega ai giovani, e alle giovani, in special modo, la giusta tranquillità per abbassare l'età demografica.
Data:  28/10/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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