COMO - Uso Facebook per lavoro, perché è un ottimo mezzo pubblicitario che funziona come i cerchi nell’acqua: lanci un sasso e, gli amici degli amici che leggono, sono come la spinta dell’acqua che spinge sempre più lontano il proprio messaggio. Per il resto mi limito a condividere messaggi che mi colpiscono, purché esprimano umanità; mentre, laddove trovo sulla bacheca dei cosiddetti “amici” messaggi che incitano all’odio verso l’essere umano e verso gli animali, non mi faccio remore a cancellarli dalla mia lista.
Affermo che non hanno cambiato la mia vita per delle semplici ragioni: non ne sono ossessionata, non ci passo giornate, ma pochi minuti, sono quel che sono anche nella vita.
Mentre, il lato oscuro di un mezzo che potrebbe avere molte potenzialità: di unione, di ritrovamento, di condivisione; è, come sempre, l’uomo sa distruggere ciò che viene creato per buoni scopi.
E allora ecco chi si approfitta della facciata di un network per nascondersi dietro a uno schermo e lanciare parole d’odio, spesso poco intelligenti, che non fanno onore nemmeno a chi le scrive.
Tempo fa mi sono iscritta a un altro paio di social network, scappandone dopo poco perché i loro iscritti li usavano solo come fossero una casa d’appuntamenti. Triste, molto triste.
Ogni passo avanti nella tecnologia può essere usato bene o male; ci vuole del tempo per creare queste situazioni, pochissimo per denigrarle.
di Miriam Ballerini
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