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Napolitano, Letta e Berlusconi. Italia confusa. Le risposte di Lorenza Morello

morello-lorenza-2 ROMA - Oggi, giornata caldissima a Montecitorio e Palazzo Madama. Letta chiedeva la fiducia (ottenuta) al suo Governo, si attendevano le mosse di Berlusconi. Le sorprese, che non sorprendono, non sono mancate; in corso - e chissà per quanti altri giorni - fibrillazioni e "coltellate" nel Pdl o Forza Italia. In vista nuovi posizionamenti e frammentazioni all'interno degli emicicli romani. Un giro nella giostra della politica, e non solo negli accadimenti delle ultime ventiquattro ore, ho deciso di farlo in compagnia di Lorenza Morello. La mediatrice civile, cultrice di diritto e presidente nazionale di Avvocati per la mediazione, collaboratrice de Il Sole 24 Ore, e osservatrice attenta della scena politica e istituzionale italiana, riflette anche su Napolitano e il futuro del Paese.
Dottoressa Morello, secondo lei, oggi, 2 ottobre 2013, nei due rami del Parlamento, cosa è accaduto? Una lettura che vada oltre domani...
È finita un'era. Il figlio ha ucciso (finalmente!) il padre e le Camere sono divenute l'arena del libero sfogo delle pulsioni, ahimè non sempre altissime, di ciascuno. Storicamente da ogni maceria politica e civile si rinasce sempre più forti, o si soccombe. Auspico sia buona la prima.
Chi sta agendo con più furbizia tra Silvio Berlusconi ed Enrico Letta?
Denotando da sempre la furbizia con connotati negativi, credo che in questo caso ci sia un quasi ex aequo. Forse Berlusconi vince solo per la carrierra più lunga rispetto a Letta.
"Statista" e "politico di spessore", le parole che spesso sono associate all'imprenditore di Arcore. Ricorda, se esistono, ai lettori di Cinquew.it, una o più azioni, nazionali o internazionali, che Berlusconi ha messo in pratica per meritare tali etichette? Qualcosa che è entrata nella storia?
Mi ha detto che voleva le risposte in tempo breve...
Ci sono stati anche altri presidenti della Repubblica, prima di Giorgio Napolitano, che hanno alzato la voce. Ma da qualche anno - a mio avviso - il biscapo dello Stato sta invadendo troppo il terreno di gioco. A prescindere dalla discutibile qualità dei politici italiani, Napolitano con il suo fare non ha inquinato il sistema politico-istituzionale su cui si regge la Nazione?
Il presidente Napolitano ha dovuto prendere una posizione forte, forse anche talvolta travalicando il proprio ruolo istituzionale, perché il Paese attraversava un momento di sonno della ragione. E i mostri generati iniziavano a essere troppi.
Morello, la politica di questi ultimi mesi è caratterizzata, e condizionata, da due vecchi (termine da me scritto con il massimo rispetto). Ma Napolitano e Berlusconi, possono essere condizionati (subire alti e bassi, come altri anziani) nelle loro scelte dall'avanzare degli anni? Perché dovrebbero essere diversi da tutti gli altri vecchi a noi vicini o che incontriamo per strada?
Perché l'Italiano medio sogna una pensione che forse mai avrà, e che in troppi casi è sotto il minimo vitale.
Questi personaggi, invece, pur se pensionati non cederebbero il passo a nessuno.
I nonni vogliono crescere i nipoti, non solo con le favole. Certi personaggi, invece, vorrebbero sempre essere chiamati "zio" e mai nonno. E del trapasso generazionale non vogliono sentire parlare.
Presidente, domani lei esce di casa e incontra prima una persona di 18 anni, poi una di 40, infine una di 70. Quale speranza dà a ognuna di loro? Inculca fiducia?
Potrei dire loro, nessuno escluso, ciò che ripeto a me stessa: "Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo".

di Giuseppe Rapuano
Data:  2/10/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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