Nicole Cascione tra scrittura, lettura e fotografia. Si racconta a Cinquew.it |
ROMA - Nicole Cascione, studi classici, laurea e giornalista, attenta osservatrice delle gesta dell'essere umano, ha deciso di viaggiare "elettronicamente" con me per qualche minuto e riferire - facendole conoscere ai lettori di Cinquew.it - in merito alle sue passioni: scrittura, lettura e fotografia. Ma mi farò prendere la mano, andando anche oltre.
Dottoressa Cascione, in una immagine, su quali piani mette scrittura, letteratura e fotografia?
Immagino il mare sovrastato dal cielo, all’orizzonte non si percepisce dove finisce uno ed inizia l’altro. La letteratura è il cielo che domina il paesaggio e il cui colore si riflette nel mare che altro non è che la scrittura, che assume i riflessi di ciò che la sovrasta imperioso e che è immensa proprio come la letteratura, perché tante sono le cose da dire e molte quelle da leggere e apprendere. La fotografia racchiude in sé l’immagine e la interpreta, regalandola all’osservatore.
La indimenticabile bambina della guerra del Vietnam e la scena del carro armato di Piazza Tienanmen. In video esiste il movimento, la possibilità del prima e del dopo, in una foto esiste un attimo, solo quell'attimo. Cosa fa maggiormente storia, cosa viviseziona di più l'usufruitore essere umano?
Penso che la foto con la sua immediatezza regali emozioni più forti e più profonde. Il video, per quanto possa essere crudo, diluisce le emozioni, poiché la presenza di un maggior numero di elementi distoglie irrimediabilmente l’attenzione dalla scena principale. La fotografia con la sua immagine unica lascia spazio a riflessioni, pur offrendo un minor numero di informazioni.
Cascione, lei ha il privilegio di incontrare Dante Alighieri ed Helmut Newton. Esalti l'uno e l'altro con poche parole. Anche un rimprovero sia per il Sommo sia per l'Inimitabile...
Di Dante Alighieri apprezzo senza dubbio la sua vasta immaginazione, la sua capacità di unire il sacro al profano, riuscendo anche a trasferire elementi storici in un’opera, quale la Divina Commedia, dai contenuti scaturiti dalla sua fervida immaginazione. Helmut Newton riusciva a rappresentare le donne, sottolineando la loro sensualità, ma nelle sue foto non c’è alcuna traccia di volgarità. I suoi scatti sono un chiaro esempio di come la moda possa diventare arte e tracciano una linea netta tra sensualità femminile e volgarità, robaccia dei nostri tempi.
Con una macchina fotografica tra le mani, quali immagini fermerebbe di una donna e quali di un uomo?
Mi piacerebbe fotografare un uomo nel momento in cui, dopo tanta fatica e numerose avversità, riesce a raggiungere il punto più alto di un monte. Vorrei fotografare la sua soddisfazione, l’appagamento e la gioia di quell’attimo. Di una donna vorrei fotografare il momento unico e irripetibile in cui dona la vita, l’amore nei suoi occhi, la speranza di una nuova vita che si riflette sul suo volto.
Dottoressa, la più bella foto che ha mai visto e che ha suscitato in lei forti emozioni...
Una delle più belle foto, a mio parere, è quella di Henri Cartier Bresson, dove è rappresentata una giovane coppia, in una Parigi bagnata da un forte acquazzone e in primo piano un uomo salta con un ombrello tra le mani. E’ una tra le foto più celebri dell’artista e, sarà che adoro Parigi con la sua meravigliosa e ineguagliabile Torre Eiffel, ma questa foto è una tra le mie preferite. Mi trasmette serenità e gioia.
Quale città del mondo andrebbe subito a fotografare e perché?
Prenderei il primo volo per San Francisco e andrei subito a fotografare il Golden Gate. Non ci sono mai andata, eppure, non so per quale motivo, ogni volta che mi capita di osservare un’immagine del ponte di San Francisco resto incantata per alcuni minuti. Provo una strana sensazione, sento il petto sollevarsi e diventare più leggero, sembra quasi che debba aprirsi da un momento all’altro e la mia mente spazia e immagina quei luoghi lontani, al momento irraggiungibili. Chissà, forse in una delle mie vite passate ho vissuto proprio lì, a due passi dal Golden Gate.
I video e le foto di bambini, donne e uomini straziati, devono essere mostrati comunque all'opinione pubblica?
Credo che non sia strettamente necessario. E’ necessario restituire dignità alla morte. Non è indispensabile mostrare certe immagini, l’importante è saperle raccontare. Credo che siamo ormai assuefatti da queste immagini che senza alcun rispetto ci vengono sbattute in faccia, persino durante i tg trasmessi all’ora di pranzo, quando i più piccoli sono davanti alla tv.
In poche parole, provi a disegnare il degrado sociale e umano della contemporaneità...
Sono convinta che l’attuale situazione di degrado, nella quale ci ritroviamo immersi nella nostra quotidianità, sia dovuta ad un’evoluzione che definisco involutiva. Tutta questa tecnologia ha distrutto e sta distruggendo i rapporti umani, perché non siamo capaci di gestirla al meglio. Siamo diventati insensibili alle tragedie umane, abbiamo perso i valori e i principi su cui basavano la loro vita i nostri nonni. Abbiamo tutto e allo stesso tempo abbiamo perso tutto. L’eccessivo benessere ha rovinato la nostra sensibilità nei confronti del prossimo, di coloro che non possiedono davvero nulla. Dall’altra parte, il degrado dei costumi è legato ad una televisione che definire spazzatura, sarebbe solo un pallido eufemismo. Per le strade delle città, in tv e sui cartelloni pubblicitari, il corpo della donna, quasi sempre seminudo, rappresenta un puro oggetto di desiderio sessuale. Ne deriva un concetto della donna completamente errato e distorto e ne conseguono violenze di cui siamo tristemente testimoni ogni giorno. Il linguaggio pubblicitario, inoltre, tende proprio a rimarcare le differenze di genere. Lo dimostrano i numerosi spot pubblicitari in cui le donne sono rappresentate solo come brave mamme, brave mogli, brave casalinghe; al contrario, gli uomini sono rappresentati come grandi personalità che rivestono ruoli di rilevante importanza. Tutto questo, non fa altro che trasmettere un messaggio fuorviante, soprattutto tra i più piccini.
Chi sono, per lei, il più grande scrittore e il più grande fotografo viventi?
Tra gli scrittori viventi apprezzo molto Alessandro Baricco, perché credo che sia uno dei pochi scrittori che sappia leggere tra le pieghe dell’animo umano, che sappia coglierne le debolezze e i punti di forza e che sia in grado di esprimere attraverso le parole qualcosa di complesso come solo la vita stessa può essere. Tra i fotografi, invece, Josef Koudelka, un fotografo di nazionalità ceca, che possiede uno sguardo e una sensibilità fuori dal comune.
Il libro che ha letto e che più è rimasto in lei fino a oggi...
E’ veramente molto difficile per me sceglierne solo uno, ma cercherò di fare uno sforzo. Uno dei romanzi che più ha lasciato un segno nella mia vita è stato “Il ritratto di Dorian Grey” di Oscar Wilde. Un libro dove si percepisce la caducità della vita e della bellezze esteriore. Un quadro al centro del romanzo che ha il potere di catturare l’anima di colui che vi è ritratto, riportandone tutti i vizi, le debolezze e gli atroci peccati di cui si macchia nel corso della sua vita. Dorian Grey, alla fine del romanzo, esausto di osservare quel volto così diverso dal suo, così ripugnante, stanco di portare sulle spalle il fardello di una vita trascorsa a commettere peccati, beandosi solo della sua bellezza esteriore, distruggerà il quadro, distruggendo di conseguenza se stesso. E’ senza dubbio un romanzo che esalta l’ideale della bellezza, ma che allo stesso tempo, ne dimostra la caducità e l’aspetto più futile.
In generale, comunque, apprezzo molto i classici, tra cui “La lettera scarlatta” di Nathaniel Hawthorne, “David Copperfiled” di Charles Dickens, “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen e “Cime tempestose”di Emily Bronte.
Chiudiamo così: il più importante giornale del mondo e il giornalista che più le piace...
Purtroppo non possiedo un’approfondita conoscenza della stampa mondiale, quindi preferirei limitare la mia attenzione alla stampa nazionale. Tra le testate italiane, quella che preferisco in assoluto è “la Repubblica”. Non solo da un punto di vista estetico (piccolo formato ed impaginazione chiara), ma anche da un punto di vista contenutistico. I giornalisti che vi scrivono sono preparati e soprattutto riescono a riportare gli eventi, siano essi di cronaca nera, di cronaca giudiziaria o di cronaca bianca, in modo chiaro. Ne consegue che, il giornalista che più apprezzo nel panorama italiano è Eugenio Scalfari, fondatore della testata, uomo di grande cultura, che nei suoi editoriali domenicali riesce a illustrare il suo punto di vista con parole comprensibili a tutti; il suo punto di vista non è mai scontato o superficiale, riesce ad arrivare sempre al cuore della notizia e con il cuore riesce a riportare su carta le sue riflessioni.
di Giuseppe Rapuano
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