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Dalla Chiesa: diamo l'impressione di non sapere che cosa sia l'espressione mafia

generale-dalla-chiesa1 ROMA - In occasione del ricordo di Carlo Alberto Dalla Chiesa, pubblichiamo una lettera del generale estrapolata da un articolo a firma di Giuseppe Rapuano (Cinquew.it). Emergono dei passaggi molto chiari, da approfondire, sempre vivi. E inquietanti. In data 2 aprile 1982 Dalla Chiesa scrisse a Spadolini la seguente lettera (dalle trascrizioni degli atti che riguardano il processo al senatore Giulio Andreotti, acquisita al fascicolo per il dibattimento in data 20 ottobre 1998). «Roma 2/4/1982 Gentilissimo professore, faccio seguito ad un nostro recente colloquio e se pur mi spiaccia sottrarLe tempo, mi corre l'obbligo - a titolo di collaborazione e prima che il tutto venga travolto dai fatti - di sottolineare alla Sua cortese attenzione che:
- la eventuale nomina a Prefetto, benché la designazione non possa che onorare, non potrebbe restare da sola a convincermi di lasciare l'attuale carica;
- la eventuale nomina a Prefetto di Palermo, non può e non deve avere come "implicita" la lotta alla mafia, giacché:
• si darebbe la sensazione di non sapere che cosa sia (e cosa si intenda) l'espressione "mafia";
• si darebbe la certezza che non è nelle più serie intenzioni la dichiarata volontà di contenere e combattere il fenomeno in tutte le sue molteplici
manifestazioni ("delinquenza organizzata" è troppo poco!);
• si dimostrerebbe che i "messaggi" già fatti pervenire a qualche organo di stampa da parte della "famiglia politica" più inquinata del luogo hanno fatto presa là dove si voleva.
Lungi dal voler stimolare leggi o poteri "eccezionali", è necessario ed onesto che chi si è dedicato alla lotta di un "fenomeno" di tali dimensioni, non solo abbia il conforto di una stampa non sempre autorizzata o credibile e talvolta estremamente sensibile a mutamenti di rotta, ma goda di un appoggio e di un ossigeno "dichiarato" e "codificato":
• "dichiarato" perché la sua immagine in terra di "prestigio" si presenti con uno "smalto" idoneo a competere con detto “prestigio”;
• "codificato" giacché, nel tempo, l'esperienza (una macerata esperienza) vuole che ogni promessa si dimentichi, che ogni garanzia ("si farà", "si provvederà", ecc.) si logori e tutto venga soffocato e compresso non appena si andranno a toccare determinati interessi.
Poiché è certo che la volontà dell'on. Presidente non è condizionata da valutazioni men che trasparenti, ma è altrettanto certo che personalmente sono destinato a subire operazioni di sottile o brutale resistenza locale quando non di rigetto da parte dei famosi "palazzi" e poichè, da persona responsabile, non intendo in alcun modo deludere le aspettative del Sig. Ministro dell'Interno e dello stesso Governo presieduto da un esponente che ammiro e che voglio servire fino in fondo, vorrei pregarLa di spendere - in questa importantissima fase non solo della mia vita di "fedele allo Stato" - il contributo più qualificato e convinto, perché l'iniziativa non abbia a togliere a questa nuova prestazione né la componente di un'adesione serena, né il crisma del sano entusiasmo di sempre: quello più responsabile.
Con ogni e più viva considerazione.
Suo Gen. Dalla Chiesa».

mafia
Data:  3/9/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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