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B.motion Danza, con i The Loose Collective diverse competenze in melting pot

loose-collective BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) - Sabato 24 agosto 2013 a Bassano giornata clou di B.motion Danza, la sezione di Operaestate Festival Veneto dedicata ai linguaggi più contemporanei della scena. Cinque i lavori presentati, di cui quattro in prima nazionale e altrettanti scaturiti dalle progettualità assegnate al CSC Casa della Danza di Bassano del Grappa dall'Unione Europea nell'ambito del programma Cultura. Gli artisti ospiti, la maggior parte italiani, sono Marco D'Agostin al Corpo di Guardia del Castello degli Ezzelini (ore 14.30 e in replica ore 18.00), Elena Giannotti a Palazzo Sturm (16.30), Tiziana Bolfe e Matteo Maffesanti al CSC San Bonaventura (20.00), Alessandro Sciarroni al Teatro Remondini (21.00) e gli austriaci The Loose Collective al CSC Garage Nardini (22.20).

Marco D'Agostin presenta un lavoro pensato appositamente per la torre del Corpo di Guardia del Castello degli Ezzelini e realizzato nell'ambito del Progetto Europeo Act Your Age sui temi dell'invecchiamento attivo. “Last day of all” è ispirato a una fonte specifica, “La Sagra della Primavera” di Igor Stravinskij, di cui nel 2013 ricorre il centenario. L’indagine ruota attorno all’idea di comunità e si propone di innescare delle pratiche di isolamento di un individuo rispetto a una collettività, a partire da un inedito confronto generazionale che ha coinvolto non professionisti di età compresa tra i 15 e i 75 anni.

Per il terzo appuntamento con la danza nel Museo Remondini e della Ceramica di Bassano sarà coinvolta Elena Giannotti, artista indipendente di origini italiane che vive e lavora in Irlanda. Lo spettacolo presentato si intitola “lo sguardo del cane” e fa parte di una serie di composizioni chiamate “RIA - Rider In Arena”. L'idea è quella di mettere il corpo del danzatore al centro di una matassa coreografica i cui movimenti, intricati e minimalisti, vengono eseguiti con precisione e dimenticanza, generando un effetto straniante che avvolge e incuriosisce.

“Forms changed into new bodies” di Tiziana Bolfe e Matteo Maffesanti è un altro lavoro nato nell'ambito dei Progetti Europei, questa volta di SPAZIO, dedicato all'alta formazione nell'ambito delle arti performative e in relazione con le nuove tecnologie. L'opera ha come soggetto il corpo che cambia funzionalmente e strutturalmente ed è manifestazione organica, prima di qualunque altro riferimento culturale. Nel processo creativo il divenire dell’architettura corporea si articola tra l’estensione e la contrazione del corpo nello spazio, nel video e nel corpo stesso. Lo spunto nasce da “Le metamorfosi” di Ovidio e dalla reinterpretazione delle sculture di Berlinde De Bruyckere, artista Belga in grado di mutare le forme umane suscitando nello spettatore riflessioni intimiste.

Torna al festival per il quarto anno consecutivo anche Alessandro Sciarroni, artista tra i più originali e innovativi della nuova scena italiana. Il suo ultimo lavoro “UNTITLED_I will be there when you die” è nato nell'ambito del Progetto Europeo Modul-Dance ed è una riflessione sull’arte di manipolare con destrezza gli oggetti: la giocoleria. Dopo aver affrontato i balli della tradizione popolare tipici dell’area bavarese e tirolese con “Folk-s”, nel quale Alessandro Sciarroni ha chiesto ad un gruppo di danzatori contemporanei di studiare i complicati passi dei “battitori di scarpe” (dal nome della danza: Schuhplattler) e di performarli ossessivamente come metafora della lotta della tradizione all’interno della contemporaneità, in questo nuovo lavoro il Toss juggling (lancio di oggetti) evoca la fragilità dell’esistenza umana.

Chiusura di serata col botto grazie ai The Loose Collective, un sorprendente collettivo di artisti performativi internazionali composto da danzatori, coreografi e musicisti basato in Austria che si è imposto sulla scena internazionale con uno stile originale in grado di sintetizzare le diverse competenze in un efficace melting pot. “The old Testament according to The Loose Collective”, nato anch'esso nell'ambito del progetto europeo Modul-Dance, ha l’ambizione di mettere in scena integralmente “Il Vecchio Testamento”. Un montaggio fisico e musicale, che mette insieme elementi di questo enorme corpus letterario giocando con i generi più disparati e mischiando le carte come in un grande gioco di associazioni e collegamenti imprevisti. Un’impresa titanica, che il gruppo affronta come grande utopia umana, alternando i testi campionati ai cori neo-barocchi, il beat-boxing al post-punk, e trasformando un grande testo sacro in qualcosa che fa venire in mente un musical cubista, pur senza esserlo.

opera estate veneto
Data:  23/8/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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