ROMA - Cinquew.it ha chiesto alle donne italiane un contributo scritto su una figura femminile apprezzata per le sue gesta, il suo coraggio, la sua cultura. Anche non più tra noi. Di seguito l'intervento di Maria Teresa Manta.
Madre Teresa di Calcutta: una donna, una santa! "Lasciate che Dio faccia progetti per il futuro, poiché ieri è già passato, domani non è ancora arrivato e abbiamo soltanto quest’oggi per farlo conoscere, amare e servire."
Arriva un momento, nella vita di ogni uomo, in cui si cerca di fare i conti con sé stesso e ci si chiede ’’alla fine di questo mio cammino, cosa ho fatto di buono e cosa non avrei dovuto fare,cosa mi aspetta ora che il mio tempo volge alla fine?’’ Avrà pensato questo anche quella ’’piccola-GRANDE donna" a nome Madre Teresa di Calcutta?
Ci sono persone che ti passano accanto e ti lasciano il loro profumo intenso, caldo, sensuale... altre che osservi da lontano, delle quali senti parlare e ti entrano subito dentro, nel cuore, nella mente e prendono i tuoi pensieri e il tuo cuore, sono persone che ti lasciano ìl profumo del loro immenso amore!
Quante volte abbiamo sentito parlare di questa suora piccola, vecchia, fragile all’apparenza, dal volto rugoso, scavato dalle tante sofferenze che avrà affrontato nel suo incedere forte, sicuro, il passo di chi sa che è giusto il suo operato, di chi sa che va fatto così e, sicuramente molto, molto di più avrebbe desiderato fare… La vita ti mette di fronte a delle scelte, non sempre facili, non sempre accettate e condivise, non sempre sono fardelli facili da portare.
Lei il suo incarico, venuto dall’alto, seppe e volle accettarlo e combattè per esso.
Agnes Gonxha Bojaxhiu nacque il 26 agosto 1910 a Skopie in Kosovo. Aveva appena 8 anni quando morì suo padre. Già da bambina, frequentando la parrocchia del Sacro Cuore, dimostrò un grande amore per la gente in difficoltà e offrì aiuto ai poveri del suo quartiere. Era il 1928 e aveva ‘’solo diciotto anni’’ quando decise di prendere i voti e fu accolta nelle Suore di Loreto, un’appendice dellIstituto della Beata Vergine Maria, impegnata in attività missionaria in India.
Leggendo le lettere di alcuni gesuiti, missionari in Bengala, ebbe modo di conoscere quel paese affascinante, misterioso e povero che era l’India e capì che quello era il suo posto ’’tra i più poveri dei poveri’’. Entrò nell’ordine delle Suore di Loreto, prese i voti con il nome di Maria Teresa, ispirandosi a Santa Teresa di Lisieux e chiese di recarsi in India dove toccò con mano la realtà dei malati. Solo ’’18 anni’’, a questa età le sue coetanee certamente pensavano ai loro innamorati, alla festa della domenica, a trovare un buon marito, ad avere dei figli… Lei il suo amore per tutta la vita l’aveva trovato, lo portava nel cuore da tanto ed era Dio, colui che l’aveva presa per mano e guidata tra gli uomini, tra i poveri, tra stenti, miseria, dolore, fame, pianto.
Nel 1950 questa piccola suora fondò la congregazione delle Missionarie della carità, l’intento era quello di accogliere e avere cura dei "più poveri dei poveri e di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società, tutte quelle persone che sono diventate un peso per la società e che sono fuggite da tutti". A quella chiamata fatta da Dio, tramite la sua ‘’discepola’’, risposero dodici giovani ragazze, tra le quali anche alcune sue ex allieve alla Saint Mary. Madre Teresa scelse come divisa un sari bianco e azzurro, la stoffa meno cara che trovò nel negozio e, di sicuro, fu altro sacrificio per lei che si sobbarcava di tanti pesi, compreso quello di sfamare i poveri che bussavano al suo convento e che, soprattutto, andava a cercare lei, per le strade, per le case dei quartieri più umili di Calcutta. Quante difficoltà avrà incontrato lungo il suo percorso, quante volte avrà pensato di non farcela, di non avere sufficiente forza per andare avanti su quel cammino impervio e pieno di ostacoli che le si dipanava davanti,quante volte avrà pianto di fronte ad un aiuto negato, quante porte a cui lei bussava, non le furono aperte, quanti tentarono di ostacolarne il percorso operativo…. Lei, così piccola e così quercia ben radicata al suolo, non si lasciò mai sopraffare dalla stanchezza e dalle avversità, si sorresse sempre ad un bastone dall’estrema incontrastata forza, lo stesso che diede a Mosè cacciato dall’Egitto: DIO!
«Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro.
È Lui che pensa. È Lui che scrive.
La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.
La matita deve solo poter essere usata. »
(Madre Teresa di Calcutta) Di sicuro doveva amarlo molto !
Di sé e del suo operare continuo tra la miseria, la povertà più nera diceva’’ "siamo delle contemplative che vivono in mezzo al mondo. La nostra vita deve essere una preghiera continua" Ed era proprio nella preghiera la sua forza, quella forza che ti può dare solo Dio, quella forza che la portava ovunque ci fosse bisogno di lei.
Quanti premi ricevette per il suo operato, ne cito uno per tutti: 1978 – Premio Balzan per l'umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli "per l'eccezionale abnegazione con la quale ha dedicato tutta la sua vita per soccorrere, in India e in altri paesi del mondo, le vittime della fame, della miseria e delle malattie, gli abbandonati e i morenti, tramutando in azione instancabile il suo amore per l'umanità sofferente". In queste parole tutto quello che fu il programma della sua lunga ed instancabile vita che la portò, fine alla fine dei suoi giorni, a non rinnegarlo mai.
Negli occhi, di lei, ho fissa l’immagine del Dio in terra: il beato Papa Giovanni Paolo II che l’accoglie con un abbraccio dolcissimo e poi cammina con lei, tenendola per mano, come un padre tiene la propria figlia adorata di cui è fiero. Quanta comunione d’intenti tra loro, quale immensa condivisione d’amore e solidarietà per l’uomo.
In assoluto Madre Teresa è la donna che apprezzo, più di ogni altra, per quello che ha dato all’umanità tutta, per il suo grande coraggio di farsi piccola ed umile e sapere affrontare difficoltà che parevano insormontabili, per la sua eccezionale cultura che la portò a contatto con gente di ogni ambiente sociale, senza alcun imbarazzo e tanta umiltà e per i suoi suoi scritti.
Arrivata alla fine del suo cammino terreno (a ottantasette anni morì nella ‘’sua’’ Calcutta, era il 5 settembre) Madre Teresa avrà SICURAMENTE ’’trovato” Dio ad aspettarla, a prenderla per mano, ancora una volta, ed a guidarla nel più azzurro dei cieli!
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