ROMA - Cinquew.it ha chiesto alle donne italiane un contributo scritto su una figura femminile apprezzata per le sue gesta, il suo coraggio, la sua cultura. Anche non più tra noi. Di seguito l'intervento di Amneris Di Cesare.
Chiquinha Gonzaga 1847 -1935 prima donna compositrice e prima donna a essere direttore d'orchestra in Brasile. Figlia di un generale dell'esercito imperiale brasiliano e di una ex-schiava liberata, inizialmente subì l'educazione rigida del padre che osteggiò sempre la sua propensione alla musica e alle arti. Costretta dal padre a sposare Jacinto Ribeiro do Amaral, diede scandalo nell'alta società brasiliana perché osò separarsi dal marito e seguire il suo vero amore, Joao Batista de Carvalho. Il suo nome, nella famiglia di origine, fu bandito e le fu proibito vedere i figli. Oltre a essere una musicista con una vita fuori norma, Chiquinha si impegnava politicamente, partecipando in movimenti rivoluzionari del 1880 e a favore della repubblica come anche in manifestazioni contro la schiavitù (che in Brasile fu abolita nel 1888). Nel 1885 riuscí a superare un’altra barriera artistica: mise in scena il suo pezzo teatrale “A corte na roça”. Infatti i due pezzi precedenti, “Viagem ao Panasco” e “Festa de São João” non furono accettate, perché scritte da una donna, un fatto senza precedenti fino a quel momento. Nel 1889 compose la prima “marchina” (Marcetta) “Abre alas” per il “Cordão de Ouro”, che ancora oggi è considerata una delle prime marce di carnevale. Chiquinha si ingaggiò anche a favore dei diritti autorali e fu co-fondatrice nel 1917 della SBAT (Sociedade Brasileira de Autores Teatrais), la società brasiliana degli autori teatrali. Chiquinha Gonzaga morí all’età 87 anni il 28 febbraio 1935 a Rio de Janeiro e sfruttando fino alla fine le sue capacità creative, lasciando un importante patrimonio culturale e musicale in Brasile.
La storia di una donna che colpisce per la grande forza e determinazione nel seguire la propria vocazione e ideali di vita. Chiquinha combatte a mani nude contro una società ancora chiusa e arcaica che considera le donne alla stregua degli schiavi, che le vuole sottomesse all’uomo-padrone e passate di mano dal padre al marito senza possibilità di affrancamento. Chiquinha si ribella, vuole seguire il suo amore primario, la musica, vocazione considerata scandalosa dal marito che mal sopporta sentirla persino suonare il piano tra le mura domestiche, e vuole “fare musica” non accontentandosi di riprodurre soltanto i grandi compositori affermata, ma attingere a piene mani dalla musica del popolo e degli schiavi, tradurne in note il ritmo e le sonorità della sua terra e renderli vivi, reali. Per questo sopporta ogni tipo di sopruso da parte del marito che, pur amandola, non ne accetterà il carattere volitivo e indipendente. Seguirà il suo amore passionale, unendosi in un secondo matrimonio con l’architetto Joao Baptista de Carvalho, ma anche da lui sarà costretta a fuggire, per imporre la propria personalità, indipendente sì ma retta e determinata sui principi di lealtà e fiducia, rifiutando di accettare di restare all’ombra di un compagno infedele pur di mantenere vivo un matrimonio di facciata. Poliedrica e vulcanica Chiquinha comporrà un numero imprecisato di ballate, marcette e choros (letteralmente: pianti) che diverranno uno stile preciso di musica brasiliano. Ma non si fermerà a comporre musica, diventando la prima donna brasiliana a scrivere e a comporre musica producendo ben 77 pièces teatrali; inizialmente incontrerà anche in campo teatrale le stesse resistenze e pregiudizi incontrati nella vita: si rifiuterà infatti categoricamente di firmare con uno pseudonimo maschile le sue operette, precludendosi inizialmente la carriera di autore teatrale proprio per restare fedele a se stessa e ai propri principi. Chiquinha è donna di ideali e sarà in prima linea anche nella lotta all’abolizione della schiavitù e all’avvento della repubblica in Brasile, oltre a essere la ideatrice e fondatrice della Società Brasiliana degli Autori Teatrali, società che regolamenterà i diritti autorali in Brasile. Donna forte ma passionale, che resisterà alle angherie e alle umiliazioni dei suoi famigliari e concittadini, madre affettuosa costretta più volte a rinunciare a crescere i propri figli proprio in virtù dei pregiudizi sociali che la volevano incapace di essere madre responsabile, riuscirà, alla fine della sua vita a ricongiungersi con i suoi affetti più importanti e a passare alla storia come una donna di valore.
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