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La Donna che "Amo" è Evita Peron. Firmato Marcela Szurkalo

Evita Peron ROMA - Cinquew.it ha chiesto alle donne italiane un contributo scritto su una figura femminile apprezzata per le sue gesta, il suo coraggio, la sua cultura. Anche non più tra noi. Di seguito l'intervento di Marcela Szurkalo.
Evita Peron, Argentina. La donna che “amo” in Argentina ha dato voce ai poveri e diritti alle donne! Di umili origini, Evita era l'ultima di cinque figli naturali di un piccolo proprietario terriero, Juan Duarte, e della sua cuoca Juana Ibarguren. Nel 1926, alla morte del padre, per la famiglia iniziò un periodo di ristrettezze economiche che migliorò solo quando Evita conobbe un esponente del partito peronista argentino. La famiglia si trasferì nella cittadina di Junín. All'età di quindici anni Evita se ne andò dalla provincia e si stabilì nella vicina Buenos Aires, dove divenne attrice di radio e cinema, anche grazie all'aiuto del cantante di tango Agustín Magaldi.
Eva Duarte de Perón divenne una celebrità dopo il matrimonio con il futuro presidente argentino Perón, sposalizio celebrato con rito civile il 9 dicembre 1945. Ella lo aveva conosciuto mentre lavorava a Radio El Mundo nel 1944, probabilmente durante una raccolta fondi per le vittime di un terremoto. Juan Domingo Perón era allora agli inizi della sua carriera, ed era rientrato in Argentina dopo un soggiorno di due anni in Italia, dal 1938 al 1940, dove aveva seguito un programma di aggiornamento militare presso il comando delle truppe di montagna a Trento. La loro relazione sentimentale divenne poi anche politica quando Evita, il 17 ottobre 1945 guidò la manifestazione per la liberazione del generale Perón, arrestato per le sue attività contrarie agli interessi militari.
Il 17 ottobre 1945 è considerata la data di nascita del peronismo. Fu coniato il termine descamisados (scamiciati) per descrivere i lavoratori che, accampati davanti al palazzo presidenziale in attesa del rientro dal confino del loro leader, Peròn, per il troppo caldo si erano tolti giacca e camicia, contravvenendo alla norma di indossare sempre la giacca in strada.
Evita, paladina dei descamisados anche a causa delle proprie umili origini, aiutò e difese sempre il marito facendogli ottenere l'appoggio dei lavoratori e delle donne nelle elezioni del 1946 ed assicurandogli la rielezione nel 1951. Anche se il suo matrimonio non fu sempre sereno, la sua collaborazione al potere presidenziale fu evidente per il suo impegno e alla sua influenza nel programma del governo; la sua attenzione ai problemi sociali si rese manifesta grazie alla Fondazione Eva Perón che era attiva nella promozione della costruzione di strutture come scuole od ospedali. La donna organizzò poi il ramo femminile del Partito Giustizialista che la condusse ad ottenere il suffragio universale nel 1951, entrando nella storia del paese sudamericano come fondatrice dell'Argentina moderna.
Gli oppositori di Peron sostennero che Eva avesse incontrato in Svizzera alcuni banchieri per discutere dei propri conti bancari aperti in quel Paese e, in Germania, dei gerarchi nazisti. Non mancarono contestazioni anche dure: in Svizzera, l'automobile scoperta sulla quale Eva Peron viaggiava fu bersagliata da un lancio di pomodori. Il viaggio di ritorno in Argentina si svolse in nave, annullando all'ultimo momento il volo aereo per timore di attentati. Al ritorno in patria, nonostante le ombre proiettate sul viaggio in Europa, fu accolta trionfalmente come la paladina della nuova Argentina nel mondo.
Eva Peron tentò di accedere alla vicepresidenza nel secondo mandato del marito con l'aiuto del sindacato Confederación General del Trabajo, ma l'opposizione militare la fece desistere e le fece pronunciare il celebre renunciamiento davanti alla folla: Renuncio a los honores pero no a la lucha (rinunzio agli onori ma non alla lotta).
In numerosi paesi europei la sua figura venne presa dall'area antagonista definita "destra radicale" come modello di lotta sociale per i diritti delle classi più deboli (in Italia Terza Posizione).
Evita Perón morì il 26 luglio 1952, ad appena trentatré anni, dopo una lunga battaglia contro un cancro al collo dell'utero.
Le trasmissioni alla radio vennero interrotte con un comunicato: "La Segreteria di Stampa della Presidenza della Nazione compie il penosissimo dovere di informare il popolo della Repubblica che alle ore 20:25 è deceduta la signora Eva Perón, Leader Spirituale della Nazione. I resti della Signora Eva Perón saranno portati domani al Ministero del Lavoro, dove verrà allestita la camera ardente..."
Venne proclamato il lutto nazionale per un mese ed il suo corpo fu momentaneamente esposto in una bara di vetro per permettere al pubblico di dare l'ultimo saluto a Evita. Al suo funerale partecipò una moltitudine di persone, ed il suo corpo imbalsamato fu esposto fino al 1955, quando un golpe militare fece espellere il marito dal potere.
Il corpo, dopo alterne vicende e segreti passaggi di mano, fu trasportato e interrato in incognito nel 1957 al Cimitero Maggiore (Musocco) di Milano nel campo 86, ove tutt'oggi vi e' una lapide commemorativa, col nome fittizio di Maria Maggi de Magistris per poi, nel 1971, essere traslato in Spagna, sede dell'esilio di Perón, che intanto si era risposato con Isabel Martinez Cartas. Qui, dopo averne verificato le non eccelse condizioni(frutto del degrado, della cattiva conservazione e del rocambolesco recente passato), le spoglie furono accuratamente restaurate. Con la reintegrazione del Generale alla presidenza argentina anche il corpo della defunta moglie fu ritrasportato in Sudamerica ed esposto nuovamente. Evita fu sepolta definitivamente nella cappella della famiglia Duarte nel cimitero della Reacoleta.

Don,t cry for me Argentina

Non sarà facile, vi sembrerà strano
Che io stia cercando di spiegare cosa provo
Che ho ancora bisogno del vostro amore
Dopo tutto quel che ho fatto
Non mi crederete
Vedrete solo la ragazza che conoscevate
Sebbene vestita di tutto punto
Ma in disaccordo con voi
Ho dovuto lasciare che accadesse,
Sono dovuta cambiare
Non potevo stare scalcagnata tutta la vita
E guardare fuori dalla finestra, lontana dal sole
Perciò ho scelto la libertà
Mi sono data da fare,
Ho provato tutto quel che era nuovo
Ma niente mi ha impressionato
E nemmeno me l'aspettavo
Non piangere per me Argentina
La verità è che non ti ho mai abbandonato
Neanche nei miei giorni più selvaggi
Nella mia folle esistenza,
Ho mantenuto la mia promessa
Non essere così distante
E per quanto riguarda la celebrità e la ricchezza
Non le ho mai cercate
Anche se al mondo è sembrato
Che non desiderassi altro
Sono illusioni
Non sono le soluzioni che promettono di essere
La risposta era qui, davanti a me
Vi amo e spero che voi amiate me
Ho parlato troppo?
Non so che altro dirvi
Ma dovete solo guardarmi per capire
Data:  24/7/2012   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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