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Brindisi, 19 maggio 2012: questa non è vergogna. Questo è Lordume

guarda_la_legalita_in_faccia ROMA - Beffarda “strategia della tensione” a Brindisi, sferrata dall’intoccabile nemico Mafia con agghiacciante inconsueto: centrato uno degli obiettivi più facili e mirati in quanto è quell’innocenza pronta ad additare il marcio e tale marcio, celandosi nella silenziosa ombra, in tal caso, è altrettanto pronto a praticare la sua ludica depravazione. Il beffardo e bruciante schiaffo all’impavido volto dagli innumerevoli sguardi diretti, che anche senza slogan, trasmettono l’inequivocabile messaggio: “Guarda la legalità in faccia”. Due opposti fronti sulla stessa barca: dell’immensa folla di gente che non osa incontrare gli occhi della mafia, si è distinta una cerchia di studenti, alla cui sfida, la mafia ha concesso lo sguardo ponendo consuetamente soffocante mano sulla bocca. Mano che ha soffocato nelle macerie, nelle schegge di vetro, negli abiti ancora fumanti, proprio la muliebre vittima, imprimendo il marchio a fuoco direttamente nell’intimo della protesta e della civiltà, con l’indelebile nero delle sue dita. E il beffardo sfregio imperversa dalla rudimentale messa in pratica all’implicita evidenza dell’attacco riguardante tutti i retroscena: neo periodo storico di crisi, Stato e partiti in difficoltà, istantanea e concreta minaccia camorristica. Realtà che proseguono in parallelo e che allo scattare di determinate situazioni, infine, convergono. Per ora, solo una concatenata frequenza di supposizioni da ogni fronte, ma le coincidenze si rivelano un po’ troppo numerose e adiacenti perché non si possa o bensì non si voglia credere (preferendo, per quanto possibile, “divagare”) ad un qualcosa di calcolato (come lo è stato)… e ciclico. La stessa, esplosiva tragedia che, con poco sforzo e sufficiente presentimento ci rimanda agli “anni di piombo”, anni dal perpetuo, rosso stillicidio che ebbero nel mirino anche singoli cittadini ed il cui inizio è nettamente identificato col segnale culminate verificatosi il 12 dicembre 1969, anno della strage di Piazza Fontana, uno dei cinque attentati avvenuti in Italia nell’arco di 53 minuti. Stando al confronto tra questi eventi passati e l’odierno brindisino, nel complesso di coincidenti contesti sociali, si può ancora far leva sulla “coincidenza”, riguardante e relegata nei meandri d’un comune, efferato atto delinquenziale? La realtà che resta indiscutibilmente assoluta si mostra nella protestante impotenza e alla costrittiva indifferenza innestata da un infallibile quanto primario meccanismo del terrore inflitto e tra le lacrime, la disperazione, non si è ancora levato l’autentico grido che possa definitivamente e in maniera globale scuotere le sane coscienze, rendendole sorde, per quanto arduo e atroce, alla sanguinosa, dominante infamia. Tutto ciò che oggi e per l’ennesima volta si è riversato nel suo complesso, non può essere semplicemente, miseramente definito con l’usuale, quotidiano termine di vergogna. Questa non è vergogna. Questo è LORDUME.

di Angela Cicinelli
Data:  20/5/2012   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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