CROTONE - L'otto marzo come ogni anno è una ricorrenza pronta a essere ricordata con manifestazioni d'ogni genere. Può una semplice data sul calendario dare dignità a quel vasto esercito femminile sbeffeggiato ridicolizzato, tirato in ballo solo in occasione dell'otto marzo? Non c'è giorno che passi senza che le cronache riportino storie di donne uccise da mariti o compagni, maltrattate, bastonate, nel chiuso della mura domestiche senza che nessuno ne sappia nulla. Questo genere di donne non fa testo nemmeno per le statistiche in quanto le loro storie non lasciano traccia, sono delle invisibili. Cosa dire poi di Lea Garofalo o Maria concetta Caciola ree di aver rinnegato la loro appartenenza a famiglie di 'Ndrangheta e pagato caro il loro denunciare? Storie di donne come Nicoleta, malmenata per aver reclamato i suoi venti euro a nero dopo dieci ore di lavoro... E le disoccupate che vorrebbero affrancarsi dalla schiavitù maschile ma che per ragioni geografiche devono soccombere? Vite che non sono vite. Vite allo sbaraglio.Ddonne che consumano la loro esistenza nel più completo isolamento. Una mimosa per un sol giorno può cancellare tante privazioni? Può lenire tante ferite che sanguinano, che continuano ad essere cosparse di sale e bruciano?Sogni, aspirazioni:parole che non significano nulla per chi è abituata ad alzarsi la mattina e arrabbattarsi per mettere insieme pranzo e cena, alle prese con soldi che non bastano e l'umiliazione in cuore per quel che si potrebbe fare ma che nessuno mai ti permetterà di fare. Complesso l'universo delle donne trattaggiato dai più disparati bisogni, anche se su tutti ne prevale uno: autodeterminarsi e per farlo basterebbe poco, scommettere su chi siamo e su cosa sappiamo fare.
A chi si pone all'ascolto delle nostre anime si potrebbe dire "potrei narrarti una storia da strapparti l'anima a ogni minima parola e trarre fuori dalle orbite loro le stelle dei tuoi occhi".... Nessuno per ora sembra disposto a farlo.
di Antonella Policastrese
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