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Rita Pelusio e non solo "Pianto tutto": "Comicità ambiente maschilista"

pelusio rita CASERTA - "Pianto tutto" è il titolo dello spettacolo comico di Rita Pelusio, scritto con Marianna Stefanucci e Riccardo Piferi (che ne cura anche la regia), ieri in scena presso il teatro "Caserta Città di Pace" di Puccianiello. Chi pensa che il pianto del titolo stia per la prima persona dell'indicativo presente del verbo piantare è fuori strada. Non ci si riferisce né alla decisione repentina di mollare le proprie abitudini per cambiare vita, né ha a che fare con la botanica e con l'azione di seminare piante. Il pianto in questione è proprio il sostantivo maschile sinonimo del femminile lacrima.
Ma come, penserete, uno spettacolo comico che parla di pianto? Ebbene sì, la fragilità emotiva diventa il punto di partenza per un viaggio esilarante.

Ho incontrato la protagonista, una ragazza minuta ai più nota come la fata Winx di "Colorado Cafè" o la cameriera Adelina della sindaca Moratti, che a seconda dei casi si è rivelata o confermata un vero animale da palcoscenico. In scena ha portato se stessa e i suoi personaggi facendo convivere musica e parole lungo il fil rouge della risata, combinando però leggerezza ed introspezione. Lei è una comica teatrale, mi spiego meglio: non partorisce battute finalizzate alla risata tout court, ma costruisce una comicità intelligente e non banale, servendosi anche del pianoforte ma mai asservendosi alla volgarità.
Non posso non partire proprio da quell'apparente accostamento ossimorico, uno spettacolo comico sul pianto, com'è nata l'idea?
"E'nata da una situazione reale, stavo per portare in scena lo spettacolo "Diario di Eva" di Mark Twain, tutto era pronto ormai per il debutto quando mi hanno comunicato che nel frattempo ero stata anticipata, a metterlo in scena c'era già un'altra attrice. Lo sconforto ha preso il sopravvento, sono scoppiata in lacrime quando il regista guardandomi mi ha detto: "Ma piangi sempre, ma perché non fai uno spettacolo sul pianto?". Ecco, l'ho preso alla lettera."
Si pensa che la comicità sia improvvisazione, ma dietro c'è tanto studio. Nei tuoi spettacoli quanto c'è dell'una e dell'altro?
"Io non scrivo mai i miei testi seduta a tavolino, nascono in modo spontaneo. Ovviamente c'è del lavoro dietro, c'è una scelta, ma rimane anche molta improvvisazione".
Ma questo vale sul palco quando si ha già una preparazione solida, perché la formazione di un comico non è improvvisata ma è una cosa seria, e stasera l'hai dimostrato dando prova anche di abilità musicali.
"Ho studiato pianoforte, mi ha spinto mio padre da piccola e lo ringrazierò per questo tutta la vita. Quando si è bambini alcuni stimoli dei genitori si percepiscono come costrizioni, mio padre avrebbe voluto che studiassi al conservatorio ma io non volli, ora ammetto che rimpiango di non averlo fatto. A parte la musica ho studiato anche danza, mimo, ho seguito il metodo del francese Lecoq, che garantisce una formazione artistica completa".
Ancora oggi per una donna è più difficile scegliere di fare la comica?
"Quello della comicità è un ambiente maschilista, dove regna il pregiudizio che le donne non facciano ridere, ma sono solo i contenuti e gli spunti ad essere diversi. In questo periodo sono in scena anche con "Donne non escort", uno spettacolo con un cast tutto al femminile che testimonia che la comicità è anche donna, la sfida più grande è proprio quella di rimanere donna facendo ridere."
Ci racconti delle tue esperienze televisive con "Colorado" e "Zelig off"?
"È andata molto bene, a Colorado mi sono divertita tantissimo, ho portato quattro personaggi, è stata un'esperienza che mi ha dato tanto, proprio come quella di Zelig. Sono cresciuta ulteriormente e ho avuto modo di farmi conoscere da una fascia di pubblico più ampia. Forse l'unica differenza è che a Colorado la rete interviene maggiormente scegliendo sulle proposte che fai, a Zelig prendono quello che fai così com'è."
È difficile vivere di comicità?
"Come in ogni mestiere a volte capita che devi essere disposto a fare qualcosa che non ti piace pienamente, ma organizzandosi si vive di questo lavoro".
di Angela Lonardo
Data:  15/1/2012   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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