MARUGGIO (TARANTO) - Sabato 4 dicembre convegno di studi: “L’Unità d’Italia. Dalla bugia Risorgimentale alle Insorgenze”. Chiavi di lettura a confronto. Tonino Filomena: “Ci fu un Risorgimento che oggi va riletto non solo da parte dei vincitori ma anche da coloro che non accettarono l’Unità d’Italia piemontesizzata e voluta dal dominio dei Savoia. Una rilettura che si inquadra nella logica della revisione e focalizza l’attenzione soprattutto nelle realtà meridionali”.
Pierfranco Bruni: “L’Unità d’Italia era necessaria. Ci furono degli errori ma più che altro il quadro di analisi interessa sia i fatti che i personaggi a partire da Garibaldi e Mazzini. Bisogna parlare di insorgenze e non di fenomeno legato al brigantaggio. Il Regno di Napoli non fu soltanto Francesco II ma una serie di episodi che portarono alla questione meridionale”.
È previsto per sabato 4 dicembre prossimo un provocatorio convegno di studi sul “Risorgimento incompiuto”, che affronterà il tema della “bugia risorgimentale” lungo una discussione che prenderà spunto dalla problematica generale, ovvero: “La bugia risorgimentale. Il Risorgimento italiano da parte degli sconfitti”.
L’incontro di studio, organizzato dal Centro Culturale “Berto Ricci”, si svolgerà nella sala della Biblioteca Comunale di Maruggio di Taranto, sabato 4 dicembre prossimo con inizio alle ore 18,30, e vedrà relatori Tonino Filomena, Dario Basile, Mario Massa, Daniela Molendini.
Le conclusioni sono state affidate a Pierfranco Bruni, il cui pensiero è piuttosto “divergente” rispetto alla visione di un Risorgimento intenso come menzogna nazionale.
“Il convegno vuole offrire l’occasione per raccontare, sottolinea lo storico Tonino Filomena, una bugia. La bugia Risorgimentale. I nostri relatori, con l’esclusione di Pierfranco Bruni che offrirà una chiave di lettura più ‘unitarista’, con una buona dose di coraggio, vista la cultura dominante per la rievocazione storica dell’Unità d’Italia, vogliono illustrarvi la storia dei vinti. Cercheranno di riesaminare fatti e personaggi con un’ottica diversa. Mi auguro che la posizione di Pierfranco Bruni, in merito a tale questione, non sia completamente in antitesi rispetto ad una chiave di lettura vista da chi inquadra le insorgenze come fenomeno rivoluzionario e non ‘brigantesco’ in termini negativi. Gli interventi, comunque, vogliono fornire spunti di riflessione al fine di contribuire ad un momento di revisione storica. La realtà geografica che si vuole mettere sotto osservazione, afferma ancora Tonino Filomena, è quella del Sud con la presa in considerazione degli atteggiamenti anti – piemontesi”.
L’appuntamento si propone di invitare ad un’attenta riflessione sulla unificazione nazionale e sulle questioni legate alle insorgenze e al fenomeno del brigantaggio. L’unità d’Italia è il punto centrale intorno al quale si muove il dibattito sia storico che politico.
“Credo, sostiene Pierfranco Bruni, che le celebrazioni intorno ai 150 anni dell’Unità d’Italia devono dare la possibilità di aprire un articolato dibattito su alcune questioni di fondo. Cosa è stata realmente l’unificazione e quali sono stati i motivi che hanno condotto alle insorgenze. Io vorrei che si capisse realmente la differenza tra il brigantaggio nel Regno di Napoli e il ruolo delle Insorgenze con la presenza di Francesco II e la sua ‘piccola’ Vandea di Gaeta. Il ritiro a Gaeta dei cosiddetti vinti, dichiara ancora Pierfranco Bruni, deve far riflettere. Non si poteva non lavorare per l’unificazione ma nello stesso tempo non si doveva accettare l’unificazione a tutti i costi. Entrano in gioco le vere presenze che sono state quelle di Cavour, di Garibaldi e di Mazzini. Si tratta di una analisi sulla quale non tutto è stato definito. Ma l’Unità d’Italia andava fatta”.
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