Cancellieri, si dimetta in nome del Popolo! Non resti per il Letta-Napolitano |
ROMA - Ministro Cancellieri, si dimetta in nome del Popolo Italiano e non resti nel nome del Governo Letta - Napolitano. Con la questione del ministro Anna Maria Cancellieri si è scritta una delle pagine più antidemocratiche che la storia della cultura del diritto italiano possa aver conosciuto negli ultimi anni.
Signori. Facciamo un discorso serio. Politico e di etica della politica. Bisogna fare una distinzione tra il “diritto” della “ragione pratica” e il “dovere” della “ragion pura”. Io che kantiano non sono, ma vengo da quella struttura di pensiero, credo che un Ministro che non sente la necessità di dimettersi nel momento in cui si verifica ciò che si è verificato, calato in un contesto storico che dovrebbe essere armonizzato, offre un cattivo esempio.
Ma l’esempio maggiore di estraneità, in uno Stato di Diritto, nei confronti di una “cittadinanza” politica, che dovrebbe dare il senso alla giusta democrazia, è stato dato sia dal Presidente del Consiglio Letta, che con il “caso” Cancellieri ha frantumato la sua immagine, sia dal Presidente della Repubblica, che avrebbe dovuto dare un segnale di ragione pratica e di ragion pura, ma è prevalsa, gramscianamente, la “prassi” di una politica che è continuità ideologica.
Un grido di dolore dovrebbe giungere dagli uomini di cultura, da quegli uomini che stanno al di là della sinistra e al di là della destra: Ministro per una “ragione” kantiana, ripeto, si dimetta. Dia una testimonianza: le polemiche infastidiscono le persone corrette.
Ministro, Lei essendo una persona corretta, non accolga la polemica e si indigni contro di noi con un atto: le dimissioni. Per la Sua Ragion di Stato non accetti questo discorrere tra sfiducia e tentativo di emarginazione. Non ascolti Renzi e i grillini, me ed altri che la pensano come me e come noi.
Se ne vada con dignità. La politica non Le appartiene. Ma deve farlo perché abbiamo bisogno di esempi. Il potere logora chi non lo ha diceva l’antico detto andreottiano. Ma Lei così si fa logorare, comunque, dal potere.
Il potere. Questa triangolarizzazione del Potere va sempre al di là del bene e del male.
Ministro, ritorni al Suo lavoro.
Fare il Ministro, in una coalizione di larghe intese, significa penetrare i sottosuoli della politica non ragionata, ma della politica frammentata e di Regime. Qui non siamo più in una democrazia. Lei sa cosa possa significare il concetto di democrazia.
Un Governo che si regge tra ex comunisti e cattolici – comunisti insieme ad ex liberali ed ex socialisti ed ex radicali ed ex democristianiexpidiellini (un Governo di una appartenenza ad un termine “EX”) non può essere un Governo “ragionante” sul senso della politica.
Non si tratta più di essere un “animale politico” aristotelico. Aristotile è smarrito ed è il capo di una filosofia disgregante. Ritorniamo a Socrate. Restituiamo il tempo della filosofia a Seneca e cerchiamo di recuperare non più l’orizzonte alla Ragione, ma il senso al Pensiero.
In un tempo come il nostro la destra e la sinistra sono personaggi di Noè.
Lei, Signora Ministro abbia uno scatto di coraggio. La politica non fa per Lei perché con la politica si può catturare il pensiero nella bellezza delle Idee, ma si possono anche uccidere le Idee.
Letta ha commesso un errore grave, avrebbe dovuto dimetterLa subito, ma peccando può redimersi essendo un cattolico e prima o poi un confessionale lo aspetta. Napolitano ormai, dopo la Medaglia d’Oro dei cattolici e l’incontro con il progressismo di Papa Francesco, è in odore di santità. Lei che ci sta a fare? Mica è un Angelo? Se dovessi sbagliarmi vuol dire che mi sono sbagliato. Ma non ha ancora le Ali degli Angeli. Si dimetta! Per favore.
Diamo il senso vero alla Democrazia, ai Valori, alla Tolleranza. Io non ho mai amato la Rivoluzione Francese. Sono figlio di quella storia che ha amato, invece, l’ultima Regina del Sud e con dignità appartengo ad una tradizione che non ha mai abbassato la testa. Anche da sconfitto. Con coraggio e dignità.
Ministro, in nome del Popolo Italiano, che non ha avuto la possibilità di votarLa, e non nel nome del Governo Letta – Napolitano, si dimetta.
di Pierfranco Bruni
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