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Maurizio Boggio e Massimo Pasquale arrestati a Torino per evasione fiscale

guardia finanza torino TORINO - Alle prime luci dell’alba, è scattata un’operazione di polizia economico-finanziaria condotta da militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, all’esito di due verifiche fiscali e connesse indagini di polizia giudiziaria, effettuate dal Nucleo Polizia Tributaria del capoluogo piemontese nei confronti della EOS 3000 S.p.A. e della ELITE COMPUTER S.r.l., gestite da due imprenditori attivi nel commercio internazionale di materiale informatico, oggi arrestati. Si tratta di: BOGGIO Maurizio, 40enne torinese, promotore della frode, all’epoca dei fatti presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato della EOS 3000 S.p.A., della quale era anche socio di maggioranza per il tramite di una fiduciaria romana, nonché amministratore “di fatto” e socio di maggioranza della ELITE COMPUTER INDUSTRIE S.r.l. attraverso una holding, sempre con sede nella capitale; PASQUALE Massimo, 47enne tarantino, socio in affari del BOGGIO, consigliere e amministratore delegato pro-tempore della EOS 3000 S.p.A., nonché amministratore unico della ELITE COMPUTER INDUSTRIE S.r.l.,
entrambi residenti nel capoluogo sabaudo ed ora reclusi nel carcere delle Vallette.
I fatti contestati attengono ad imponibili ai fini dell’imposta societaria (IRES) sottratti a tassazione pari ad oltre 80 milioni di euro e ad un’IVA evasa superiore a 18 milioni di euro.
Le Fiamme Gialle hanno arrestato gli imprenditori presso le loro abitazioni site a Torino, rispettivamente nei quartieri Crocetta e Pozzo Strada, su disposizione dei Magistrati della locale Procura della Repubblica, il Proc. Agg. Cons. Dott. Vittorio Nessi, Capo del pool “penale dell’economia” ed il Dott. Alberto Benso, Sostituto Procuratore. L’operazione odierna rappresenta la conclusione di investigazioni, soprattutto a carattere finanziario, nell’ambito delle quali sono stati rilevati dei pericolosi, per l’Erario nazionale, circoli di fatturazioni false nell’attività di commercio di computer, chiavette usb, hard disk, scanner, mouse e stampanti. Beni che in parte non venivano in alcun modo trasferiti, con transazioni inventate o non documentate (visto che i trasporti non erano effettivi), oppure alternate ad altre, invece reali, in modo da dissimulare la frode. In tale contesto, è stato riscontrato il sistematico coinvolgimento di imprese fittizie, scatole vuote o società “filtro” compiacenti, deputate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, successivamente utilizzate dalle aziende beneficiarie finali degli indebiti risparmi di IVA, tra le quali la EOS 3000 S.p.A. e la ELITE COMPUTER S.r.l.. Attorno al BOGGIO e al PASQUALE hanno ruotato tutte le società che hanno costituito la filiera di un “carosello” fiscale fraudolento, 58 soggetti economici tra imprese nazionali (n. 42) e legal entities estere (n. 16), con sedi rispettivamente in 6 diverse Regioni d’Italia, oltre al Piemonte , Lombardia , Liguria , Toscana , Marche e Lazio ) e 10 Stati esteri (Svizzera, Austria, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Ungheria, Slovenia, Malta, Panama e Stati Uniti).
Per le medesime ipotesi di reato contestate al BOGGIO ed al PASQUALE risultano altresì indagati, poiché si sono interessati ed hanno gestito i loro affari, il titolare ed una professionista associata di uno studio commercialistico di Torino, con sede nel centro della città, presso il quale sono state eseguite attività di perquisizione volte al reperimento di ulteriori elementi utili a delineare il meccanismo fraudolento. I commercialisti, ai quali sono stati notificati degli avvisi di garanzia, sono risultati a conoscenza della frode. Inoltre, la contabilità della EOS 3000 e della ELITE era tenuta da una società con sede presso lo stesso studio commercialistico. Nel corso della operazioni sono stati perquisiti, altresì, gli uffici torinesi della holding romana del BOGGIO, siti presso la ex sede della ELITE COMPUTER INDUSTRIE S.r.l., a Settimo Torinese (TO).
Sono complessivamente 41 le persone interessate dalle attività della Guardia di Finanza, tra le quali figurano, oltre ai 4 indagati, prestanome, ma anche rappresentanti legali e dipendenti di aziende intermediarie sempre nel commercio di prodotti informatici, imprese di trasporto o spedizione di merci, società fiduciarie e holding, che hanno partecipato, a vario titolo, alla filiera di false fatturazioni (in all. 1 i dettagli sul funzionamento del meccanismo fraudolento).
Nello sviluppo delle investigazioni, il Nucleo Polizia Tributaria Torino si è avvalso anche degli elementi informativi derivanti da alcune segnalazioni per operazioni sospette (cc.dd. s.o.s.) provenienti dal sistema bancario. Alcune di queste, infatti, si riferivano ad uno schema messo in atto proprio da aziende appartenenti al settore informatico. L’analisi dei flussi finanziari così individuati ha permesso di delineare il meccanismo fraudolento messo in atto dagli attori della frode fiscale: giri di denaro che, tra uno step e l’altro, remuneravano i soggetti “filtro” per la loro prestazione di interposizione e non per la compravendita della merce. Addirittura, in un caso, un prestanome partecipante alla filiera è stato segnalato per aver emesso 114 assegni circolari per complessivi 294.000 euro, tutti di importo pari a 1.000 o 2.000 euro, trasferibili, successivamente estinti con denaro contante.
Significativo e sintomatico delle condotte fraudolente poste in essere è il contenuto di una telefonata, intercettata dai Finanzieri ed intercorsa tra la commercialista ed un consulente esperto in diritto tributario; questi ultimi, dopo aver commentato l’illecito guadagno “incamerato” con l’intervento delle società cartiere (“…lì il grosso è il sette per cento che.. che becca la cartiera all'inizio si si poi il dieci percento lì se lo dividono..”), si confrontano sul fatto che, visti i più gravi comportamenti perpetrati, al BOGGIO “andrebbe benissimo un accertamento fiscale così” (“…l'altro lì è uno furbo come una lince…chi?... ah lui... eh..eh.. Boggio è uno che prima di riuscire a beccarlo…”).
Oltre agli arresti odierni, é già stata data esecuzione a decreti di sequestro preventivo finalizzati alla confisca per equivalente, relativi a disponibilità finanziarie (depositi titoli) riconducibili al BOGGIO, in essere presso società bancarie e fiduciarie di Milano, Roma e Lugano (Svizzera), per un valore pari ad oltre 2,5 milioni di euro. Peraltro, l’intervento dei militari del Nucleo P.T. Torino è stato tempestivo poiché è avvenuto immediatamente prima del tentativo dell’indagato di trasferire la provvista presso altro istituto di credito elvetico.
Sono in corso ulteriori indagini nei confronti delle società che avevano la funzione di schermare, sempre attraverso fiduciarie svizzere, l’intero patrimonio immobiliare a disposizione del BOGGIO, il suo appartamento di residenza ed i fabbricati utilizzati per l’attività delle società EOS ed ELITE COMPUTER.

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Data:  11/11/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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