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Scienziati arroganti e intolleranti verso chi non condivide i loro pensieri

scorza-fabio-global REGGIO CALABRIA - Globalizzaziona e condizionamenti: dobbiamo rispettare e tutelare le diversità! I condizionamenti limitano la nostra libertà: nessuno ne è immune. Siamo continuamente bombardati da informazioni che condizionano in ogni istante il nostro modo di vedere le cose. In tutti i luoghi ci sono televisioni, radio, giornali che ci dicono in continuazione le stesse cose; dove non ci sono loro, ci sono le persone che parlano e diffondono ciò che hanno imparato a memoria. Con la globalizzazione, che sta avanzando a grandi passi, si è omogeneizzato il sapere mondiale, che un tempo era diversificato e condizionato solo dall'esperienza individuale di una comunità, di un popolo o area geografica. In molti luoghi si è addirittura rinunciato a fare ricerca, e si è voluto concentrare quasi tutto il “sapere” nelle mani di pochi scienziati che sono, nella maggior parte dei casi, solo interessati al denaro e alla fama, e per questo, arroganti e intolleranti verso chi non condivide il loro modo d'agire e di pensare. In linea di principio non sono contrario al progresso e sono favorevole al fatto che i popoli e quindi le culture, si trovino più vicine tra loro, ma in un contesto diverso, un confronto rispettoso dove ognuno riconosca nell'altro un interlocutore attendibile e degno di rispetto; sono totalmente contrario alla sopraffazione, a cui oggi si assiste, di alcuni popoli che vogliono dominare e cambiare alti popoli. Oggi non si può più parlare d'Italia, Francia, Germania, Spagna, o qualsiasi altro paese anche di continenti diversi: siamo diventati quasi tutti uguali, si può dire che ci siano solo delle piccole differenze nelle sfumature. Il mondo è piccolo e grande allo stesso tempo: è piccolo se lo rapportiamo all'universo infinito ed è grande se lo rapportiamo a noi piccoli abitanti di questo pianeta. In un mondo così grande, è inevitabile che nei milioni di anni passati, la vita si sia sviluppata in maniera diversa a seconda del luogo e delle sue caratteristiche, che poi, hanno inciso nella formazione fisica e caratteriale degli indigeni. Ogni popolo ha in comune il territorio, a cui si è dovuto adattare per poterci vivere il più agevolmente possibile: la vita che si fa in un luogo non può essere uguale alla vita che si fa in un altro; dove c'è caldo si fa un tipo di vita e dove c'è freddo se ne fa un altro! Mi pare evidente che ogni popolo e quindi ogni cultura, dovendo adattarsi a luoghi diversi, si sia sviluppata in modo diverso. La globalizzazione vorrebbe annullare queste differenze e rendere tutti uguali, ma ciò è innaturale in quanto, come si diceva, le differenze sono state date soprattutto dal tipo di territorio in cui i popoli si sono sviluppati, conformandosi alla natura. Questo rappresenta un altro problema, in quanto si cerca di cambiare la natura facendo in modo che si adatti a noi, quando dovremmo essere noi a capirla e adattarci ad essa. Ogni popolo dovrebbe vivere con le proprie risorse, svilupparsi e progredire in base ad esse. La globalizzazione che è originata dal capitalismo, vuole imporre al mondo uno stile di vita che non può essere sostenibile, in quanto si prendono risorse da un dato luogo, impoverendolo, per poi trasformarle in beni di consumo, da vendere indistintamente a qualsiasi popolo sulla faccia della terra: per fare questo si cerca di creare delle ecessità attraverso i mezzi di divulgazione che sono in grado d'influenzare totalmente le persone. Questo è un modo molto aggressivo di voler imporre uno stile di vita che in realtà torna comodo solo ai pochi capitalisti della finanza che nel frattempo, si riempiono le tasche e si impossessano dei cervelli delle persone, controllandone e guidandone ogni pensiero, con l'intento d'impadronirsi del mondo intero e non solo.… Se si annullano le differenze dei popoli, si annullano i popoli stessi e tutte le culture: questo rappresenterebbe una grande perdita. Fino a quando saremo diversi si potrà comunicare; se fossimo uguali non ci sarebbe niente da dire, in quanto diremmo le stesse cose. Se la tendenza è quella di farci diventare tutti uguali, si arriverà ad un punto che la comunicazione e le relazioni saranno difficili e limitate, se non impossibili. Volendo guardare in piccolo si potrebbe dire: “Poco male se si parlerà meno, del resto si sentono tante stupidaggini” (fra l'altro anch'esse prodotto della globalizzazione). Ma se volessimo guardare in grande, prendendo come esempio i popoli, allora le cose cambiano: ci sarebbe una grande perdita culturale ed intellettiva, ci sarebbe un arresto nella ricerca, nell’arte e in tutti i settori della creatività, in quanto questo appiattimento produrrebbe una deficienza mentale nei popoli, i quali smetterebbero di esercitare le loro facoltà mentali per la risoluzione dei loro problemi. Cosa propongo? Essere uguali nella dignità; essere diversi nell'identità; rispettare le diversità! La diversità è ricchezza; l'uguaglianza povertà.

di Fabio Scorza
Data:  11/11/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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