Un anno dopo. A teatro i paradossi della quotidianità, e una forte commozione |
CASERTA - Frammenti di vita che si susseguono in ordine cronologico. E' così che Toni Laudadio, in trenta flash per trenta giorni (uno per ogni anno), racconta la storia di Giacomo e Goffredo, due colleghi che sono costretti a condividere l'ufficio. Sono i due protagonisti di Un anno dopo, lo spettacolo scritto appunto da Laudadio, che è anche uno dei due interpreti insieme con Enrico Ianniello. Dopo il fortunato debutto alla XX edizione de Le vie dei festival di Roma e dopo essere stato portato in scena in diversi teatri italiani, lo spettacolo è approdato in questo primo fine settimana di novembre al Teatro Civico 14 di Caserta. Giacomo e Goffredo, come già detto, sono i protagonisti. Due impiegati inchiodati nel medesimo ufficio, seduti a due scrivanie l'una di fronte all'altra. La loro è una storia di una convivenza forzata, una condivisione non voluta del medesimo spazio angusto. Sono persone con caratteri diversi, che non si sopportano, ma che per forza di cose devono instaurare un rapporto, che solo alla fine del viaggio del tempo su cui la trama si basa, si potrà dire di amicizia. Nelle loro brevi pause o davanti al pc Giacomo e Goffredo parlano, cercano di conoscersi, raccontano della loro famiglia, del loro quotidiano, si confessano ambizioni e frustrazioni. Le loro esistenze sono lontanissime per abitudini e desideri. Giacomo non ha una donna, vive con la sorella, non ama uscire, e non ama nessun passatempo al di fuori che scrivere sinossi, ossia delle storie ridotte all'osso. Goffredo invece ama tutto ciò che non ama il collega: le donne (specie se minorenni), la palestra, e soprattutto Roma e ciò che essa rappresenta, vale a dire la possibilità di fuggire dal provincialismo. Due tipi così, che apparentemente non hanno davvero nulla in comune, tra una mansione e l'altra si ritrovano insieme ad affrontare lo scorrere del tempo, con tutti i suoi cambiamenti e le situazioni imprevedibili che ci riserva. Il testo, scorrevolissimo, è stato pensato come una serie di quadri che scandiscono un trentennio, con tutte le tappe più o meno normali che si ritrova a vivere un italiano medio. Si ride di gusto per le battute ed i paradossi della quotidianità, salvo poi cambiare completamente registro e commuoversi nel finale. Con semplicità apparente Laudadio è riuscito a costruire uno spettacolo che ci mette davanti al tempo che passa, alle insoddisfazioni, e che ci fa interrogare sia sui percorsi individuali che ciascuno compie che sui rapporti interpersonali e sulla loro vera autenticità. Il duo di attori più che collaudato attraverso una splendida interpretazione ci ha quindi consegnato uno spettacolo pieno di sorrisi e non privo di colpi amari, che con soli due protagonisti e due storie parla di molti di noi.
di Angela Lonardo
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