Francesco Mercadante, uguaglianza e libertà tra Occidente ed Oriente |
ROMA - Con Francesco Mercadante per discutere di uguaglianza e libertà tra Occidente ed Oriente nel Mediterraneo. L’attualità del suo pensiero. Il problema delle migrazioni, la tragedia che si consuma nel “cerchio” del Mediterraneo, gli sbarchi, Lampedusa e le questioni relative al dialogo geopolitica tra le Sponde africane, dell’Adriatico e europeo impone una rilettura sia antropologica che giuridica del concetto di accoglienza, di erranza, di profugo, di clandestinità. Siamo in un tempo che avrebbe bisogno di recuperare la cultura sia dell’umanesimo sia dell’umanesimo giuridico.
I valori di diritto e lo status etico impongono una riflessione seria sia in termini politici che filosofici. Alcuni anni fa Francesco Mercadante aveva pubblicato un testo che oggi può ritornare di sicura precisazione negli ordinamenti tra Stati e democrazia. Mi riferisco a “Eguaglianza e diritto di voto. Il popolo dei minori”, edito da Giuffrè. Mercandante è stato sempre un attento lettore delle filosofie occidentali all’interno di quel vissuto agostiniano che poneva come ponte l’Europa e l’Africa.
Ma questo “popolo dei minori” oggi andrebbe ad assumere un significato più particolareggiato e marcato. Mercadante che è maestro di diritto potrebbe darci delle precise indicazioni perché non si tratta soltanto di accoglienza, bensì di una accoglienza nel diritto europeo e nel dovere mediterraneo. Cattolico e rosminiano ha sempre “pacificato” le culture europee nel segno della tolleranza e della pacificazione senza mai escludere l’altro.
Questo suo saggio che risale al 2004 offre, ancora oggi, una chiave di lettura proprio nel momento in cui si sottolinea: “Rousseau aveva cercato in basso, nella semplicità della moltitudine, l' 'io umano', espressamente contrapposto all''io frazionario', dalle passioni tipicamente aristocratiche”. È qui la filosofia del diritto, in una Europa che vive il fallimento del diritto all’accoglienza, si intaglia in quell’Occidente delle contraddizioni.
Sempre accanto a Rosmini e al De Noce, Mercadante non ha mai assunto l’estremismo del diritto come principio fondante e in una Europa che crolla, non solo in termini finanziari ma soprattutto in termini culturali e direi di principi dell’umanesimo, ha posto al centro la verità di un’Europa che è quella tracciata, appunto, da Agostino. Ma l’Occidente ha ancora un senso. Ancora una volta sembra rispondere Mercadante nel momento in cui riferendosi al “doppiaggio contraddittorio tra democrazia e liberta negli Stati Uniti d’America, coraggiosamente è categorico nell’affermare: “…la statua della libertà c'è, quella dell'eguaglianza no”.
Una linea che dovrebbe costituire elemento di riflessione in un contesto di mobilitazioni conflittuali sia sul piano politico che istituzionale. La questione legata ai migranti è una questione di diritto tout court ma diventa tale, in necessità di virtù, se ad essere interessati sono tutti gli Stati europei e Occidentali.
Il problema è proprio qui. Le Sponde Sud e Nord del Mediterraneo implorano una domanda di pietà, ma la pietà ha un senso e può prevalere se si crea non una congiuntura tra Stati ma una “sinergia” tra politiche internazionali. Non abbiamo bisogno, per dirla alla Mercadante, di una libertà fatta di statue e di icone ma di una libertà di principi che possa condurre alla verità, agostiniana, dell’uguaglianza.
Questo non significa che non bisogna creare una rete di reale accoglienza e di reciprocità di sistema di accoglienza tra i Mediterranei ma accorre una politica a sistema. O meglio il diritto all’accoglienza deve essere suffragato ad un diritto di compartecipazioni tra Nazioni, Stati e politiche di strategia.
Se il Mediterraneo è ridiventato un “lago” di morte non bisogna dimenticare che lo è sempre stato sin da prima che l’Impero Romano crollasse. Ma è qui che subentrano i valori di libertà, di uguaglianza, di accoglienza. Francesco Mercadane può darci lezioni etiche ma anche di pratica giuridica.
di Pierfranco Bruni
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