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Stiamo riducendo il nostro pianeta a una gigantesca discarica. Siamo spazzatura

rifiuti-scorza REGGIO CALABRIA - Pianeta discarica: l'uomo di tutto conosce il prezzo, di niente conosce il valore. Addentrandosi in un qualsiasi parco di qualunque città, non si può fare a meno di ammirare le bellezze della natura. I parchi sono pieni di alberi e piante in fiore che emanano un gradevolissimo profumo che si mescola all'aria, il quale ci inebria piacevolmente.
Interessante è vedere il contrasto che c'era fra le zone modellate dall'uomo e le zone lasciate crescere in modo che fosse la natura stessa a modellarle. Certamente le prime appaiono più ordinate, rassicuranti e non lasciano molto spazio alla fantasia. Mentre le seconde appaino disordinate, ma molto più interessanti, intriganti e lasciano viaggiare l'immaginazione; ovviamente solo le seconde sono popolate da animali selvatici, mentre le prime, solo aleatoriamente, danno segnali di vita animale, per lo più volatili, a parte gli esseri umani.
C'è da dire che se non ci fosse stato questo contrasto, ognuna di queste zone non potrebbe evidenziare le proprie qualità: è nella differenza che si possono valutare e apprezzare i lati positivi e negativi di ogni cosa, e sicuramente, ogni cosa, ha sia i lati positivi che quelli negativi. Si vedono persone che passeggiano, o che stanno sdraiate sul prato, anch'esso pieno di fiori bianchi, gialli, viola, azzurri e di altri colori con infinite gradazioni; persone che stanno sedute sulle panchine, o sui tronchi d'albero, magari adagiati a terra con l'intento di rievocare un ambiente naturale e boschivo; persone che leggeno, per la verità molto poche in percentuale. Comunque sia, la gran parte delle persone, sembrano alienate con quei telefonini che guardano ossessivamente senza toglierci gli occhi di sopra, se non per una frazione di secondo, giusto per dare un'occhiata intorno a loro, e poi, ritornano a digitare ininterrottamente e spasmodicamente su quei telefonini che sembrano degli strumenti fatti a posta per incantare e ipnotizzare. Tuttavia è piacevole e rilassante fare una bella passeggiata in un qualsiasi parco di qualunque città. Certo, è sufficiente non guardare i mucchietti di spazzatura che sono accumulati qua e là; i cestini che strabordano di rifiuti, i quali in sostanza, non sono altre che plastica. Questo è il rifiuto che sta producendo il mondo: la plastica, a parte le scorie radioattive; i rifiuti tossici e nocivi che si spera vengano smaltiti adeguatamente (“Oh grullo e te ci credi?”- “No, ci spero!”).
Bottigliette, contenitori d'ogni sorta e marca, bustine, accendini e un'infinità di altri oggetti, in più i sacchetti trasportati dal vento si vanno a impigliare da tutte le parti, soprattutto sui rami degli alberi.
Anche nelle isole completamente disabitate e più sperdute dell'Oceano, sulle cime delle montagne più alte del mondo, si trova la plastica portata dalle maree e dal vento. Mi viene da pensare: “ma tutto quello che produciamo serve veramente? E tutto quello che buttiamo, veramente non serve più? Siamo sicuri che tutto ciò che pensiamo non serva più non abbia più alcun valore?” No! Non siamo sicuri! Ma di una cosa siamo sicuri: l'uomo di tutto conosce il prezzo, di niente conosce il valore. Mi pare che stiamo riducendo il nostro pianeta a una gigantesca discarica, questo solo per la bramosia dell'avere a discapito della saggezza dell'essere. Noi stessi stiamo diventando spazzatura: le persone ci prendono, ci utilizzano secondo i loro interessi e scopi, per poi gettarci quando non gli serviamo più; proprio come facciamo con gli oggetti. Non so se sia giusto così, ma una cosa la so: a me non piace! Mi sono sempre domandato come sarebbe stato il mondo se non si fosse scoperto il petrolio. Ma certo, molti direbbero che saremmo restati all'età della pietra, che non ci sarebbe stato alcun progresso, ma sarà vero? Io non ci credo per niente e credo che ci saremmo evoluti in un altro modo: chissà come? Tuttavia il passato non possiamo cambiarlo ed è inutile dire: “chissà come sarebbe stato?” Però, il futuro sì, quello lo possiamo costruire in modo diverso... Ma forse, è meglio non pensarci, ormai ho capito che tutti vorrebbero cambiare le cose, però, lasciandole uguali; nessuno vorrebbe rinunciare a quello che ha, o avere qualcosa di diverso che nemmeno riesce a immaginare; a ipotizzare: manca la fantasia, l'immaginazione, i sogni, ma soprattutto la volontà e il coraggio. Molto meglio tenersi il certo piuttosto che “rischiare” con l'incerto! Questi sono i pensieri della maggior parte delle persone che avrebbero il potere di cambiare le cose, e cioè, le persone comuni; in fondo loro non sono arrabbiate con gli amministratori perché rubano e governano male, ma solo per il fatto di non essere al loro posto!

di Fabio Scorza
Data:  5/10/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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