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Onu: 28,5 milioni di bambini ancora privi di istruzione, il caso del Belgio

piccirillo-maurizio ROMA - Bambini soggetti sempre più vulnerabili. L’Onu ha dichiarato che 28,5 milioni di bambini sono ancora privi di istruzione a causa di conflitti. Questo infatti è il totale dei bambini che vivono in paesi in guerra che non hanno accesso all'istruzione, che si evince da una riunione di funzionari governativi e organizzazioni internazionali riunitisi nei giorni scorsi. Gli stessi, hanno sollecitato una rapida azione per risolvere il problema.
Gordon Brown, l'inviato speciale delle Nazioni Unite per l'educazione globale, ha detto nell’occasione, che di fronte a questa situazione non dobbiamo continuare a sostenere il non intervento per la mancanza dei fondi necessari, l'istruzione non può attendere. Questa, può essere l’occasione, visto che ci sono quasi un milione di bambini siriani profughi, di intervenire immediatamente e dimostrare che non ci limitiamo alle solite promesse di istruzione per tutti dando un segnale di speranza e di opportunità , anche nelle circostanze più disperate. E adesso qualche dato secondo l'organizzazione Save the Children. Ci sono più della metà dei 57 milioni di bambini in età scolare in tutto il mondo che non frequentano la scuola perché vivono in paesi devastati da guerre e conflitti, rispetto al 42 % del 2008 . I conflitti, gli scontri e lo spostamento in paesi come la Siria, Repubblica Centrafricana, Mali e Repubblica Democratica del Congo, hanno fortemente contribuito alla crescita, di questo valore. Anche Anthony Lake , direttore esecutivo del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF), ha sollecitato un'azione immediata per aiutare i bambini privi di istruzione dichiarando che l'istruzione non può aspettare la fine dei conflitti o che i si evitino i disastri o attendere che il finanziamento sia disponibile. L'educazione non può attendere perché i bambini non possono non aspettare. Infine, è intervenuta Alice Albright, direttore generale della Partnership Globale per l'Educazione, puntualizzando che l'educazione nelle emergenze è gravemente sotto finanziata, rappresentando solo 1,4 % degli aiuti umanitari. La Albright ha proposto che tale importo sia raddoppiato e la cooperazione tra i governi, i donatori e le agenzie umanitarie sia migliorata. Ad occuparsi dei bambini in questi giorni non ha provveduto soltanto il summit dell’ONU, infatti, in Europa un gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA), nel suo primo rapporto di valutazione sul Belgio, ha notato che in questi ultimi anni, le autorità belghe hanno adottato diverse misure importanti, tra cui l'istituzione di due piani d'azione nazionali, la creazione di varie strutture di controllo contro il traffico e la criminalizzazione formale del traffico di esseri umani. Tuttavia, secondo GRETA, è necessario prestare maggiore attenzione al traffico di bambini, compresi coloro che sono costretti in attività di accattonaggio o commettere crimini. Le autorità belghe dovrebbero prestare maggiore attenzione a migliorare l'identificazione dei minori vittime e l'assistenza alle vittime da parte dell'Unione europea ha concluso GRETA.

di Maurizio Piccirillo
Data:  28/9/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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