Una società fondata sul principio di disonestà, diseguaglianza e prepotenza |
REGGIO CALABRIA - Da sovrani a sudditi. Voglio subito fare una premessa, qui parlerò di amministratori e non di politici poiché, io penso, che la politica sia la saggezza del buon governo e non mi pare che nei nostri amministratori ci sia qualcuno degno dell'appellativo di politico. Noi ci rendiamo veramente conto su cosa sia fondata questa nostra società? Siamo consapevoli su quali principi essa si sorregge, o meglio ancora, barcolla in un precario equilibrio? Per quanto ho potuto osservare dalla mia esperienza e da ciò che la storia dovrebbe averci insegnato, mi pare di aver capito che essa si fonda sul principio della disonestà, della menzogna, della diseguaglianza e soprattutto, della prepotenza.
La gran parte degli amministratori, delegati da noi e nei quali abbiamo riposto la nostra fiducia, e che per questo, dovrebbero pensare all'esclusivo benessere collettivo, non fanno altro che i loro interessi privati, attraverso sotterfugi e intrighi, mettendo sul lastrico coloro che gli avevano dato piena fiducia. Il loro principale scopo è quello di tenersi ben saldi alle poltrone, simbolo di potere, prestigio e privilegi, occupando i ruoli chiave, da dove prendono decisioni che riguardano il futuro dell'intera umanità. Si parla tanto di democrazia e libertà ed è per questo ch'è nata la Repubblica, per garantire questi principi, ma di fatto la nostra democrazia e libertà si sta riducendo sempre più, paradossalmente, in modo proporzionale allo sviluppo tecnologico, il quale permette al sistema finanziario, vero governante e imperatore di tutto il pianeta, di poter avere sempre di più il controllo degli stati e degli uomini, soprattutto degli amministratori che sono diventati solo strumenti burocratici al servizio della finanza. Possibile che gli amministratori non sappiano far altro che rincorrere i problemi senza, peraltro, risolverli mai e alla radice? Tutti i dibattiti politici sono orientati a risolvere problemi irrisolvibili. Si pensa che per risolvere tali problemi l'unica “medicina” sia l'aumento della produzione e dei consumi. Secondo il mio parere non abbiamo capito un dato fondamentale: qui ha fallito un sistema sociale che si fonda su valori deleteri, i quali hanno prodotto questi risultati che tutti possono constatare e vivono sulla propria pelle. Dobbiamo ripensare e riorganizzare la società su principi che badino ad una ricchezza, non vista come aumento della produzione e dei consumi, ma al risparmio delle risorse che sono limitate, e a un aumento della qualità della vita in termini di benessere psicofisico. Come abbiamo potuto vedere, sia oggi che nel passato, una società che si fonda sulla produzione e il consumo, inevitabilmente provoca guerre, disastri ambientali e malessere sociale, sia fisico che psichico.
Dobbiamo iniziare a pensare che l'unico possibile cambiamento sociale, passa attraverso la cultura; una rivoluzione culturale!
Solo cambiando il nostro modo di pensare, possiamo cambiare il nostro modo di agire. Si parla tanto di mafia, 'ndrangheta, camorra e criminalità organizzata, ma se non riusciamo a capire che tutto questo è causato da un modo di pensare collettivo a livello mondiale; da un atteggiamento mentale, non riusciremo mai a sconfiggere questo male che ci annienterà. Ogni qualvolta, qualsiasi persona, si avvantaggia immeritatamente a danno di altri, questa è mafia, 'ndrangheta e camorra, che sia nel piccolo quanto nel grande. Pertanto, lo ribadisco, l'unica soluzione è una rivoluzione culturale! Dobbiamo iniziare a individuare le responsabilità, iniziare a far pagare i responsabili di questi disastri sociali con i loro patrimoni personali, che peraltro, sono stati accumulati rubando direttamente dalle tasche dei cittadini.
Dobbiamo promuovere una legge che elimina, o aumenti almeno a trent'anni, la prescrizione dei reati commessi nell'amministrazione pubblica: non è possibile che i nostri figli, che magari devono ancora nascere, dovranno pagare le ruberie che sono state commesse quando ancora, loro, nemmeno esistevano, e che invece, chi è stato causa di questi disastri resti impunito perché il reato è stato prescritto per decorrenza dei termini. I reati commessi contro il popolo non devono avere prescrizione! Noi riteniamo che l'omicidio sia il peggiore dei reati, e alle persone che commettono questo reato, infliggiamo la pena dell'ergastolo: gli amministratori, con i loro colletti bianchi, inamidati e incravattati, commettono stragi molto più gravi, sono colpevoli di molti assassini indotti, di umiliazioni, di frustrazioni e di soprusi che quotidianamente perpetrano ai danni dell'intera popolazione, pertanto devono essere previste pene molto serie per chi amministra, o ha amministrato il bene collettivo sottraendo ricchezze agli amministrati, provocando di fatto, il declino inevitabile della società. Gli amministratori si dovrebbero considerare privilegiati per la fiducia che il popolo ha riposto in loro: questi sarebbero politici! Pertanto è arrivato il momento di dire a gran voce: “Basta ai privilegi di chi ci amministra!
Basta alla sudditanza! Noi siamo i sovrani! Chiaro!”
di Fabio Scorza
|
|
|
|