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Situazioni di instabilità continue e i morti non si contano più. Il fuoco Africa

piccirillo-maurizio ROMA - Violenze continue in Africa. Ancora violenze nel continente africano con l'esercito nigeriano che ha ucciso 150 membri della setta islamica Boko Haram, e nello scontro avvenuto nello stato settentrionale di Borno la scorsa settimana ha perso 16 soldati, tra cui un ufficiale. Il portavoce dell'esercito, Brig.- Gen . Ibrahim Attahiru, lo ha riferito in una dichiarazione, dove ha specificato che tra gli insorti uccisi era presente un comandante in capo della setta Abba Goroma, sulla cui testa pesava una taglia di ben (62.500 US.$), circa 10 milioni di euro. La dichiarazione è stata una reazione dopo un articolo apparso negli scorsi giorni sul giornale on-line Volte Premium che parlava di 40 soldati uccisi, mentre altri 65 risultavano dispersi nello scontro. Il giornale, citando più fonti della difesa aveva puntualizzato che le truppe, utilizzate in un assalto nei campi della setta al Kafiya presenti nella foresta a Borno, sono cadute in un'imboscata della setta, innescando un feroce scontro a fuoco che ha lasciato sul terreno, appunto, 40 soldati morti e 65 dispersi. Tuttavia, il portavoce dell'esercito ha detto che, effettivamente c’è stato un feroce scontro a fuoco tra la setta e le truppe, ma il numero delle vittime è stato descritto in maniera esagerata. Il Generale Attahiru, è entrato ancor più nel merito riferendo che c’è stato un incontro tra le truppe del Battaglione 81, sotto il 7 Divisione dell'esercito nigeriano e gli insorti.La battaglia è stata molto agguerrita ed è durata per diverse ore. Il campo nemico era ben fortificato con armi anti-aerei e armi anticarro montato su vari veicoli. Alla fine dello scontro a fuoco, oltre 150 insorti sono stati uccisi e gli accampamenti nemici insorti cancellati. Abbiamo perso un ufficiale e 15 soldati sono stati uccisi in azione, mentre nove soldati sono mancanti all’appello. Tra le agenzie di sicurezza nigeriane è sempre presente una tendenza al ribasso, riguardo al numero delle vittime derivanti dalla violenza perpetrata dalla setta islamica, che ha lanciato la sua campagna armata nel 2009, che nei suoi scopi quello di stabilire uno Stato islamico. Da allora, l'esercito nigeriano ha riferito, che sono oltre 3.000 le persone a maggioranza musulmana che sono state uccise in attacchi di pistola e bomba nel nord del paese. E anche in Libia continuano episodi di violenza, dove una esplosione di un auto ha ucciso un poliziotto a Banegasi. Il colonnello Abdallah al – Zaid, portavoce della brigata di sicurezza comune a Bengasi ha riferito la vettura del poliziotto è esplosa nel quartiere di Bengasi Simani. Bengasi, la seconda città della Libia dopo la capitale Tripoli, è stata testimone di una serie di omicidi e di esplosioni contro i funzionari della sicurezza, politici e operatori dei media. Qualche giorno prima di quest’ultimo attentato, infatti, un cameraman che lavora per il canale televisivo privato di al-Nabaa al-Libyi, Ahmed Bou Seninna, è stato attaccato da uomini che hanno fracassato la sua auto, e una vettura appartenente alla Libya Air Force esploso ma nessuno è morto nell'incidente. Episodi che ci fanno capire come ci siano situazioni di instabilità continue in paesi da sempre martoriati.

di Maurizio Piccirillo
Data:  20/9/2013   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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