ROMA - Chi sono Asmà e Shadi? Due personaggi che si raccontano decifrando le linee e il cerchio dell’amore. Il recente libro di Pierfranco Bruni “Asmà e Shadi. Preziosa come la luna nel disincanto del sogno” (Editore Pellegrini) fa molto discutere non solo in termini letterari ma anche antropologico e religioso.
C’è una profonda religiosità che lega le geografie dell’esistere occidentale ed orientale. C’è una religiosità dell’amore in un intreccio tra anima ed eros. Il sottile filo dell’eros è una voce che scava nei ricordi di Asmà e Shadi. C’è la memoria di una religiosità in un tracciato di tempo che lega il ricordare al tentativo di dimenticare. Tutto resta indelebile. Si fa memoria.
Due splendidi scritti, Prefazione di Gerardo Picardo e Postfazione di Antonietta Cozza, arricchiscono il romanzo in versi offrendo una chiave di lettura al viaggio che Pierfranco Bruni compie e fa compiere ad Asmà e Shadi.
Si è sottolineata l’importanza, all’interno del libro, della presenza del “Cantico di Cantici”, che costituisce una forza sia sul piano di una tradizione poetica sia sul versante del dettato onirico.
Quanta importanza ha il “messaggio” biblico nel racconto di Asmà e Shadi? Un interrogativo che non resta sospeso perché è lo stesso Pierfranco Bruni che ha dato una risposta, proprio in una serata in cui si presentava il libro.
Con la serenità ormai consolidata e il parlare paziente Pierfranco Bruni ha sottolineato: “Tutta la mia vita è impregnata di ancore in cui il senso della preghiera resta fondamentale. Il viaggiare negli scenari biblici è la ricchezza con la quale non smetto di confrontarmi. Io vivo di un costante ascolto biblico”.
Ancora Bruni: “Credo che il Cantico di Salomone sia stato il punto coinvolgente sia nel mio tempo dell’esistere sia nel mio tempo letterario. C’è sempre bisogno di un riferimento. Per vivere. Per capire. Per essere se stessi. In questo mio nuovo libro c’è una pazienza in più in cui il senso biblico è la cristocentricità dell’amore vissuta sulla forza e sulla leggerezza della sensualità onirica tra Asmà e Shadi. Il mistero è il tutto, le contraddizioni sono il resto. La vita è una fantasia”.
Bruni che proviene da testimonianze che lo hanno visto protagonista in studi sulla cultura sciamanica, sull’orizzonte della contemplazione buddista, sull’esperienza di testi marcatamente cristiani in una letteratura cristiana, di un cristianesimo eretico rispetto ai dogma e alle cesure veterotestamentarie, giunge con “Asmà e Shadi” ad una sintesi di un processo che non è solo culturale ma esistenziale. Una eredità che intreccia significa chiaramente religiosi.
Alla domanda: Perché questa religiosità sempre inquieta ma nello stesso tempo armoniosa? Così Pierfranco Bruni ha risposto: “Il senso del religioso accompagna la parola. Scrivere è sempre un’inquietudine. Scrivere romanzi, poesia, fare letteratura fuori dalle accademie e dalla ragione dei linguaggi significa cercarsi. Non è detto che cercarsi è trovarsi. Il critico sempre, alla fine, trova il filo di Arianna. Ma il poeta, lo scrittore narrante, non ha bisogno del filo di Arianna perché sa che nella sua inquietudine non c’è ragione ma sogno, metafisico percorso tra la coscienza e l’oltre. Soltanto attraversando l’inquietudine è possibile chiedere all’armonia di farsi voce, di lasciarsi ascoltare. Il senso del religioso ci fa guardare sempre al di fuori della finestra e ci proietta in un orizzonte metafisico”.
Dopo “La bicicletta di mio padre”,”Passione e morte”, “Come un volo d’aquila”, i testi più recenti che vanno dal 2011 ad oggi, “Asmà e Shadi” rappresenta proprio un coinvolgere la meditazione in una contemplazione illuminante.
Infatti in “Asmà e Shadi” ci sono due personaggi, oltre a quelli che danno il titolo al libro, centrali, anche se vivono come controcanto, che intrecciano il loro sapere biblico e la loro conoscenza esistenziale: Zarateo e Abshu.
Dopo il canto o accanto al canto di Asmà e Shadi c’è sempre il controcanto di Zarateo e Abshu. Nel messaggio di una sensualità biblica la saggezza orientale guida il cammino. L’incontro dei diversi Orienti resta fondamentale. E su questo Bruni ha dedicato gran parte dl suo scrivere.
“Asmà e Shadi” è un testo chiave. Forse da qui si riparte. O forse qui la religiosità di Bruni incrocia o incontra il cristianesimo, le culture dell’alchimia sciamanica, il suo costante namastè.
È un libro che non si racconta. È un libro che va letto. Un libro che va rappresentato.
di Valery Abrajakim
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