ROMA - La storia storta della donna di Magdala. Io vivo la mia riccioli biondi e Pietro Paolo e Ponzio sono sul mio cammino ma accolgo l’uomo di Nazaret in fratellanza con Giuda. Aveva lo sguardo dritto. Camminava con passo lento ma deciso. Lo seguiva. C’era ancora un tratto di strada pesante per raggiungere il Calvario. Non aveva il pianto sul viso. Aveva tanto pianto nei giorni precedenti. Camminava con passo lento ma deciso. Si erano incontrati e lui aveva segnato sul terreno un inciso. Non è vero che l’avesse perdonata con un bacio.
Con un bacio si erano innamorati ed erano diventati l’una nell’altro. Lui, di nome Gesù, aveva sfidato tutto il suo popolo, i suoi seguaci, il suo ufficio stampa, le sue segreterie. Aveva semplicemente messo al centro la sua donna. Lei, la donna di Magdala, giovane, per necessità era diventata prostituta ma anche un po’per piacere, aveva visto nell’uomo chiamato Gesù, l’incantatore, il capo di un gregge che poi, come sempre, si sfilaccerà.
Gesù era stato abbandonato, tradito, messo in croce. La donna di Magdala lo aveva seguito sino alla morte, sino alla vita, sino ad ascoltare quelle straordinarie parole che hanno segnato la storia: “Dio mio perché mi hai abbandonato?”. Tutto cominciò da qui. O tutto qui si decise. Ma il loro fu amore? In alcune pagine si racconta che lei fu la sua consorte.
Soprattutto un seguace che poi per tre volte lo rinnegò fu acerrimo nemico della donna di Magdala. Paolo venne dopo. Luca racconta della bellezza di questa donna. Tra le pieghe del detto e non trovato scritto. La donna di Magdala, comunque, era bella con gli occhi azzurri e i biondi capelli.
Ma perché nella mia vita c’è sempre una donna dai biondi capelli. Ma la donna di Magdala non aveva corti capelli con i riccioli. Non aveva il volto d’Angelo. Un viso vissuto e un corpo con gambe robuste e quando si muoveva, pur nei lunghi vestiti, le forme del corpo erano trasparenti. Aveva avuto un vissuto di passioni, e come tutte le donne che si erano donate, portava sul corpo le linee degli amplessi mancati e di un eros tra le pieghe dell’inguine, dei capezzoli, delle cosce.
In trasparenza il suo corpo se pur vissuto portava le linee del vissuto. Gesù e la donna di Magdala si sono amati nella profondità del cuore. La leggenda ha fatto il resto. Ai piedi della croce sul monte del Calvario lei è rimasta sempre fedele. Qualcuno di voi mi tradirà. Disse l’ultima volta l’uomo di Nazaret. E ognuno di loro, i discepoli così detti, fu pronto a smentire. Ma i traditori furono due e coloro che fuggirono nel momento della dura battaglia nel luogo chiamato degli Ulivi non vengono ancora ricordati come fuggiaschi per paura, per timidezza e per viltà.
Le due, le tre donne rimasero oranti. Le due Marie piansero il pianto del perduto nella lontananza del passato che rigò la storia e che la teologia copiò per farne una dottrina. Ma se la leggenda è diventata passaggio di parole tutti hanno potuto commentare e tutti hanno potuto recitare una versione diversa.
Il Ponzio si lavò le mani non soltanto per un gesto simbolico ma anche perché le sue rughe erano impastate di sabbia e di sangue. Tiberio queste cose le conosceva, Pietro era stato sempre sul filo dei pescatori incalliti che seguono le stelle e la luna e le parole metaforizzate. Giovanni era l’incompreso con la sua ingenuità. Marco ascoltava e scriveva ciò che riteneva meglio opportuno. Matteo mirava a diventare capo ufficio stampa. Ma non ci riuscì. Il posto gli venne usurpato da Luca che era ben raccomandato da Paolo ma poi sapeva scrivere meglio.
L’intellettuale Paolo giunse dopo e con la sua ragione e la sua fede cambiò le carte sul tavolo verde. Il gioco è fatto: a un ceto punto disse. Ma anche lui non mise nell’incastro della storia il fatto che il popolo si conta tra i girondini e i giacobini, tra i guelfi e i ghibellini. Si mise in viaggio per portare la parole dell’uomo di Nazaret. Predicò fino a quando non trovò un grande imperatore che la storia dipinse come il sanguinario. Nerone.
Chi riscriverà la storia romana e la storia successiva si renderà conto che Nerone aveva capito tutto e non sfidava il popolo gregge con l’inganno. Era un poeta e voleva reggere la città recitando versi. Avrebbe dovuto ascoltare di più Seneca invece delle puttane che affollavano il suo palazzo. Pietro è il testimone di tutto ma anche l’esempio di chi conosce le tre imbarcazioni. I romani lo fecero impiccare o gli fecero tagliare la testa. Ora non ricordo. Paolo continuò a recitare la parte dell’intellettuale scrivendo lettere anche a Seneca. Ma anche a Paolo gli fecero rotolare la testa o lo impiccarono. Non ricordo neppure questo destino. Ma non cambia l’avventura.
La donna di Magdala, dopo la morte e la rinascita dell’uomo di Nazaret, cosa fece? Meglio non scoprire, in questo momento, le carte altrimenti verrei perseguitato ma conosco un’altra storia. Lei era molto bella. Ma meno fatale della mia donna dai riccioli biondi.
Caro lettore tu penserai ad una mia magica pazzia. Vero. Non mi fotte più nulla. Si amarono con un fuoco grande l’uomo di Nazaret e la donna di Magdala. Fu vero amore. Come vedi, mio beneficiario dell’inventario, hai ben capito. Sto scrivendo una storia storta su la donna di Magdala. L’unico che si salvò, oltre a mamma Maria, fu Giuda.
Giuda nel mio sguardo resta il vero protagonista di tutta questa leggenda. Poi vennero gli scrivani che rubarono i veri diari e i sacerdoti dettarono le loro regole e le loro leggi. Il mio prossimo viaggio sarà a Gerusalemme. Al ritorno porterò tutti i documenti rimasti sospesi nel vento.
Ma che fine ha fatto la donna di Magdala dopo la partenza del risorto uomo di Nazaret? Sarà il tema del mio prossimo libro perché ho criptato alcune lettere di Filippo e di Giuda, i quali si sono trovati tra le loro carte alcuni appunti della donna di Magdala, nei quali appunti si narra che un giorno mentre lei e l’uomo di Nazaret facevano l’amore lui si mise ad elencare il progetto del suo viaggio.
Non dirò il resto. Per oggi termino. La donna dai riccioli biondi e dalle labbra penetranti e viola mi aspetta. Meglio farsi una bella scopata e non pensare più. Non vorrei cedere proprio adesso alle lusinghe ma questa donna mi ha veramente incantato. È bionda, non una bionda liscia. Ha i capelli corti corti. Ha gli occhi penetrati dal vento e penetranti nei miei. Mi cerca con la passione dei suoi sensi.
Mi scrive in un messaggio: “Ho letto i tuoi libri. Sono il viso della malinconia. Ma sai essere erotico e mi giungi in sogno nella notte. Ti scrivo di notte e trovo i tuoi versi nell’alba. Ti prometto. Tutto”.
Io rispondo: “Non promettermi nulla. Facciamo l’amore e basta. Tu sei la mia giovinezza, l’eleganza, hai stile e sai amare e non parliamo d’altro”.
Lei mi dice: “Aspetto le tue parole al mio risveglio e vorrei fare l’amore con te la notte prima di addormentarmi e al mattino, al mio risveglio”.
Caro lettore, la donna dai riccioli biondi non è una fantasia. C’è. Ha i riccioli biondi e gli occhi non più di mare ma di orizzonti infiniti. Basta sfogliare la mia vita e la trovi come un appuntamento fedele. Con lei parlo solo di poesia e di passione. Tutto il superfluo lo lascio a chi sa tradire.
Aveva lo sguardo dritto. La donna di Magdala. Sembrava una danzatrice di Cartagine. Ma non aveva lo stile di Didone. Era bella. Ma era meno bella della mia donna dai riccioli biondi.
Giuda un giorno mi ha detto: “Mi hanno definito l’uomo che ha tradito. Perché non dicono che per il troppo amore mi sono ucciso?”. Qui finisce veramente la mia follia. Chi vorrà credere alla mia follia è libero. Chi vorrà intrecciare pettegolezzi faccia pure. Io invento la vita senza miserie. Sotto la luna e i falò.
Scriverò il destino di Giuda e della donna di Magdala.
Poi con la donna dai riccioli biondi farò l’amore. Solo lei è nella mia vita. Non mi domanda nulla. Mi cerca. Io cercandola ho sconfitto ogni ricordo e non ho nostalgie. Finalmente ho scacciato i fantasmi.
La fantasia è un intreccio inevitabile che allontana la morte e avvicina il tempo. Non ho un ufficio stampa. Non accetto la realtà vivo il sogno.
Ponzio non è riuscito a viverlo con la sua Claudia.
Io me lo invento perché la donna dai riccioli biondi ha capito tutto. A dopo.
di Pierfranco Bruni
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