MILANO - Il 22 ottobre 2012, per ricordare la tremenda Strage di Gorla avvenuta il 20 ottobre 1944, presso Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, si è tenuto un interessante incontro promosso dall’Assessorato alla Cultura. E’ stata una rievocazione del tragico 20 ottobre 1944 quando una bomba, erroneamente sganciata dagli alleati sulla scuola elementare “Francesco Crispi” di Milano, uccise 184 alunni, diciannove maestre più altri diciotto bambini del quartiere e 400 civili della zona di Milano Nord. L’episodio è diventato emblema di tutte le conseguenze dei bombardamenti che Milano e il suo territorio subirono nel corso della Seconda Guerra Mondiale, che furono oltre sessanta dall’entrata in guerra avvenuta nel giugno del 1940.
La ricerca storica è stata affidata alla giovane e valente Prof.ssa Paola Chiesa, Docente di Lettere a Pavia e autrice di diciotto pubblicazioni. Grazie a una documentazione inedita, cartacea e fotografica, professionalmente reperita dalla medesima presso gli archivi sotterranei dell’ex Distretto Militare di Milano, l’attuale Centro Documentale, in cui è unica ricercatrice storica da ormai otto anni, presso l’Archivio di Stato di Milano, nonché presso numerosi archivi privati, ha potuto brillantemente illustrare tutti i bombardamenti che colpirono Milano e provincia dal 1940 al 1945.
Il primo a prendere la parola è stato il Generale di Brigata Antonio Pennino, Comandante Militare Esercito Lombardia; anche lui molto toccato nel profondo del suo animo, ha espresso il suo pensiero facendo l’amara constatazione che la guerra è la degenerazione della diplomazia. «Quando la politica non è più in grado di risolvere una controversia con la forza della ragione, si ricorre alla guerra, evento distruttivo e senza possibilità di un reale e concreto controllo, sia perché l'essere umano, militare o civile che sia, può assumere atteggiamenti che possono derivare dalla paura o anche da una mancanza di educazione nel rispetto della vita umana; sia perché ancora non esiste uno strumento di controllo dei sistemi d'arma che sia in grado di indirizzarli solo contro chi porta offese ma, la cosa importante è comprendere che le atrocità che derivano dalla guerra colpiscono indiscriminatamente tutti».
Quanti di noi oggi possono raccontare di avere perso cari in un evento bellico? Peccato che stiamo esaurendo le memorie vive, i testimoni oculari di quegli eventi che hanno colpito la nostra Italia circa settanta anni fa. Ci racconterebbero delle loro paure, di quando hanno visto la morte venirgli incontro e poi cambiare all'ultimo momento strada! «Io – asserisce il Generale - ritengo che questi eventi sono monito a noi affinché ricordiamo ciò che una guerra può produrre. Quando muore un giovane, dovunque e comunque avvenga, muore una parte di futuro. Il nostro futuro. I miei genitori oggi mi possono raccontare il loro passato, le loro esperienze di guerra, i momenti in cui hanno creduto che fosse arrivato il loro momento perché un areo mitragliava a bassa quota, un altro sganciava una bomba, un cannone tuonava, una mitragliatrice crepitava. Oggi raccontano a me queste paure, lo fanno avendo davanti il loro futuro: i loro figli. Anch’io mi auguro di poter fare altrettanto – continua il Generale - Gorla ci deve ricordare questo: il messaggio della vita e di un futuro migliore che deve evitare le degenerazioni».
Ha poi preso la parola il Generale di Divisione Camillo de Milato, attuale Presidente della Fondazione Asilo Mariuccia, che si è così espresso: «Vorrei aver vissuto in un mondo dove non ci fossero stati Auschwitz, Dachau, Hiroshima, Nagasaki, Dresda. Vorrei aver vissuto in un mondo dove tutti i bambini avessero un futuro. Purtroppo, ciò che è accaduto a Gorla fa parte di un vissuto che non appartiene al mio mondo ideale. Allora è ripagante incontrarsi e ricordare ciò che è orrendo perchè si renda giustizia all'ingiustizia. Ripagare con umanità all’inumanità. E la vostra numerosa presenza in quest’occasione è simbolo di umanità e condivisione».
Nel prendere la parola l’Ing. Novo Umberto Maerna, Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Milano, ha così affermato «Sono passati 68 anni, ma la Provincia non dimentica una delle più atroci stragi che ha colpito il nostro paese durante la Seconda Guerra Mondiale».
Con la passione che la contraddistingue e con molta veemenza, la Prof.ssa Chiesa ha coinvolto e travolto il pubblico illustrando la sua ricerca sui bombardamenti subiti dalla città e dalla provincia di Milano negli anni del Secondo Conflitto Mondiale. La rievocazione storica è avvenuta attraverso numerose lettere inedite scritte da soldati lombardi. «Due anni fa - afferma Paola Chiesa – durante le mie ricerche ho trovato una lettera datata 25 agosto 1943, in cui Antonio Galbiati, un soldato di Lesmo, scriveva ai genitori: “So che Milano non esiste più”. Un’affermazione forte. Un’affermazione che mi ha spinta, ancora una volta, a consultare le centinaia, migliaia di lettere scritte dai soldati lombardi al fronte e in prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale. Queste lettere, conservate presso i miei amati archivi militari, le ho lette tutte per comprendere, capire, come e in che modo circolasse la notizia relativa ai bombardamenti aerei sulla città di Milano e Provincia. Una ricerca svolta con pazienza certosina che mi ha portata a selezionare più di 8000 lettere delle quali 600 riportano il riferimento ai bombardamenti. Una sola di esse fa cenno alla scuola di Gorla. Cosa impressionante, ho accertato che furono oltre sessanta i bombardamenti sulla città di Milano ma, quello che maggiormente scosse e indignò i milanesi, fu quello del 20 ottobre 1944, quando alle ore 11:29 una bomba, sganciata dagli alleati americani, colpì erroneamente la scuola elementare “Francesco Crispi” di Gorla provocando la morte di 184 alunni, di tutte le maestre, della Direttrice e di tutti i collaboratori scolastici».
Poi, rivolgendosi alle nuove generazioni, Paola Chiesa si è augurata che questa ricerca, di prossima pubblicazione, possa essere oggetto di attenta lettura, soprattutto da parte di un pubblico giovane, affinché certe tragedie non si ripetano mai più. «È una ferita – afferma la Professoressa - che è giusto non si rimargini totalmente».
La rievocazione del tragico evento è stata molto coinvolgente ed ha davvero colpito tutti i presenti che si sono trovati ad asciugarsi delle lacrime.
Infine, il Generale Pennino, molto commosso, ha donato copia incorniciata dell’importante lettera scritta dal soldato alla Prof.ssa Piera Nanetti, Presidente del Comitato Museo della Pace “Piccoli Martiri di Gorla”, sopravvissuta a quella strage. La Nanetti, frequentava, però, la scuola di Precotto, anch'essa colpita dalle bombe ma, tutti i bambini, grazie al coraggio di un grande Sacerdote che ha scavato fra le macerie, ne sono usciti incolumi. Sempre questo Sacerdote, ha anche scavato nelle macerie della Scuola di Gorla estraendo e salvando ancora tanti bambini. La Presidente ha poi elogiato il lavoro di Paola Chiesa e la sua obiettività nell’esporre i fatti: «E' la prima volta – afferma la Nanetti - che sento una relazione così dettagliata e coinvolgente su quell’episodio. La Prof.ssa Chiesa si è espressa con tutta la serietà e precisione che uno storico deve avere. Il ricordo è sempre doloroso ma necessario per le nuove generazioni».
Fra le autorità presenti in sala c’erano il Senatore Pierfrancesco Gamba, il Colonnello Domenico Di Rosalia, nuovo Comandante del Centro Documentale di Milano, il Colonnello Vito Corvino del Comando Interregionale Carabinieri “Pastrengo” di Milano e il Presidente della Fondazione “Asilo Mariuccia” Camillo de Milato, Comandante fino allo scorso marzo del Comando Militare Esercito Lombardia.
Foto concessa da ALBUMITALIA
di Principia Bruna Rosco
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