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Il poeta Serricchio, morto il 1 settembre, letto in traduzione spagnola

cavalli-e-bruni CAROSINO (TARANTO) - Carosino ha ricordato in un importante Incontro di studi la figura e l’opera di Cristanziano Serricchio con interventi critici di Pierfranco Bruni, Silvano Trevisani, Floriano Cartanì e Marilena Cavallo con una sua proposta critica di alcuni scritti letti anche in lingua spagnola. Il poeta Cristanziano Serricchhio moriva il 1 settembre scorso. Aveva compiuto 90 anni nel luglio 2012. Un ricordo e una discussione articolata sia sulla poesia che sulla sua visione culturale tra modelli storici e religiosi Occidentali ed Orientali. Un Convegno per cominciare a parlare della personalità poetica e dell’intellettuale Serricchio.
Carosino, in provincia di Taranto, ha celebrato nella biblioteca del comune jonico, la figura di Cristanziano Serrico, a poche settimane dalla sua scomparsa. L’incontro di studi è stato promosso dal Sindacato Libero Scrittori Italiani, dal Centro Culturale Comunic@re e dal CRS “F.Grisi” in collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Carosino.
Alla presenza di un folto e qualificato pubblico che ha gremito la sala, entrambi gli ospiti sono andati al di là del semplice intervento critico e dell’analisi interpretativa del lavoro prodotto Serricchio, spingendosi a toccare le corde dell’amicizia con Cristanziano Serricchio.
I lavori sono stati introdotti da Pierfranco Bruni che ne ha esaltato la “mediterraneità”, ricordando il magico intreccio della sua parola al volo dei gabbiani della sua terra e del suo mare, che ne hanno fatto un camminatore tra i linguaggi e tra le civiltà. Come rivelato appunto dal romanzo “L’Islam e la Croce”, che rimanda inevitabilmente al viaggio e al ritorno, in quel mare che se da un lato può dividere, dall’altro ha sempre rappresentato l’“area di contatto” per eccellenza, un luogo d’incontro non solo tra diverse civiltà ma anche tra Islam e Cristianesimo, tra Oriente e Occidente.
Bruni è stato il curatore, tra l’altro, di due antologie tradotte in spagnolo e in albanese (2005 la prima e 2007 la seconda con diverse edizioni) sulla poesia italiana del Novecento nelle quali ha inserito la poesia di Cristanziano Serricchio aprendo un vasto dibattito sulla sua poesia sia a Santo Domingo che a Scutari e in Macedonia.
Silvano Trevisani più che soffermarsi sul pensiero poetante di Serricchio, ha parlato dell’uomo Cristanziano, dei suoi amori letterari e familiari e della sua semplicità d’essere, che ha permesso al Nostro di attraversare quasi indenne da condizionamenti esterni, tutto il novecento letterario italiano. Cristanziano Serricchio è stato un grande non soltanto nel panorama poetico-letterario italiano, ma anche come uomo, riuscendo ancora ad emozionarsi per le piccole cose. Il poeta di un Novecento non ancora consumato. Ha intrecciato la sua parola a un volo di gabbiani. I gabbiani della sua terra e del suo mare. Camminatore tra le parole che hanno l’eredità dei linguaggi e i linguaggi sono la testimonianza di civiltà.
Nel corso della serata carosinese, Serricchio è stato ricordato anche attraverso la lettura magistrale, eseguita da Marilena Cavallo, di alcuni brani tratti dalle opere e dai romanzi dell’autore, i quali rivelano una volta di più la profondità poetica dell’autore e quella visione spirituale dell’esistenza tipica di Serricchio. La Cavallo ha letto alcuni testi di Serricchio direttamente in spagnolo tratti dall’antologia curata da Bruni per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Su alcune tappe poetiche di Serricchio si è brevemente soffermato anche il coordinatore della serata Floriano Cartanì. E’ una fede in Dio, ha precisato Cartanì, che non si ferma ai momenti di sconforto e alla dolente malinconia dei nostri giorni o al venir meno delle persone care, ma si sublima sempre nell’oltre, perché è una fede nel Risorto la quale, nell’epilogo, celebra la sua vittoria. Un pensiero limpido e coinvolgente, lasciatoci dell’eredità letteraria e spirituale di Cristanziano Serricchio, di quelli che danno ragione dell’intera opera di Serricchio e che lo hanno portato ad affermare che:” Il tempo non esiste. Il pensiero e la fede annullano le distanze. Ci unisce la vita nel mistero della luce che l’anima”.
L’incontro è stata una prima fase di approfondimento riguardante la poesia italiana del Novecento. Altri appuntamenti sono previsti nei prossimi mesi.
Data:  23/9/2012   |    © RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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