CROTONE - Operai che marciano alla volta di Roma, per gridare le ragioni di una rivolta. Caschi in mano e dentro rabbia, delusione, scoramento diventano i compagni di viaggio di queste persone che stanno per perdere tutto, ingoiati da quella terribile prospettiva che si chiama licenziamento o abbandono lungo la strada della cassintegrazione. Non ci stanno gli operai di Alcoa a vedersi chiudere la fabbrica e fare parte di quell'esercito di umanità dolente che ormai caratterizza la nostra realtà. Il cancro dei licenziamenti è divenuta una malattia incurabile, una porta spalancata verso morte sicura tra stenti e dolori atroci. Eppure l'alluminio è un settore strategico e si fa fatica a capire le ragioni di una scelta insensata votata alla chiusura dell'impianto. O meglio si avverte chiarissimo che l'Italia non ha più un piano di industrializzazione, che si sta dismettendo tutto con una giustificazione che in questo periodo di crisi si chiama "debito" con la conseguente mannaia di tasse che si abbattono sulle nostre teste inequivocabilmente, terribilmente e senza possibilità di scampo. L'Italia è un paese in cui il lavoro ha un costo altissimo per le tasse che si devono versare a uno Stato usuraio, strozzata da lungaggini burocratiche che allontanano qualsiasi investitore a creare lavoro. Invece di tirare fuori progetti validi per la crescita, l'unico tavolo che si imbandisce è quello dove siedono i luminari dell'euro, i sostenitori della finanza, gli adepti dell'eurozona che chiedono garanzie in cambio di sacrifici insostenibili tesi solo a distruggere padri di famiglia che non sanno davvero a che santo votarsi. In questo scorcio di sole settembrino, non più cocente come quello dell'estate volata via, tra preoccupazioni, sacrifici, indifferenza totale non fa bene accorgersi ancora una volta che se non si farà sul serio, se non si lasceranno da parte mercati, spread, euro e Germania, non ci potrà essere né rinascita né crescita. Stufi di sentire "omuncoli" che si stanno scannando su chi andrà alle prossime elezioni e sulla possibilità di un Monti bis o tris, si gioca con la vita delle persone come se fossero burattini, palle da ping pong da far rimbalzare da una parte all'altra. La vita delle persone non è un gioco.
di Antonella Policastrese
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