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Mare sporco. In Calabria non si possono dire le cose come stanno

policastrese-antonella CROTONE - Fatti d'ordinaria idiozia da campanile! Succede che questa estate "Legambiente" nelle sue analisi di routine alle acque marine abbia assegnato la maglia nera alla Calabria. Fuochi, fulmini, saette, sono venute gių dal cielo nonostante il caldo africano che infiammava le nostre vacanze. Dapprima si č alzata imperiosa la voce del Governatore della Calabria, minacciando querele e come se non bastasse si č aggiunto al coro un parlamentare calabrese che ha inoltrato una interpellanza al ministro Clini, quest'ultimo ha spiegato che gli unici organismi deputati a condurre analisi da laboratorio sono le Arpacal. Una cosa č doverosa dirla. Quest'anno il mare di Crotone č stato pių sporco del solito. Colpa di depuratori non funzionanti e di scarichi abusivi in mare e villette che crescono come funghi lungo la costa, che avrebbe dovuto essere adibita a strutture ricettive, se vogliamo dare impulso al turismo. Inoltre questa estate il sindaco della cittā pitagorica, ha emesso un divieto di balneazione per alcuni chilometri di costa, subito ritirato dopo un paio di giorni, dato che in prossimitā c'erano lidi balneari. Insomma possibile mai che in Calabria non si possono dire le cose come stanno e si deve a tutti i costi negare l'evidenza? Non č modo di fare. Questo modo d'agire sa di prevaricazione.

di Antonella Policastrese
Data:  7/9/2012   |    Š RIPRODUZIONE RISERVATA            STAMPA QUESTO ARTICOLO            INVIA QUESTO ARTICOLO


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